Salute

Quale fisioterapia per la frattura dell’omero

L’omero è un osso lungo, collega la spalla all’avambraccio e può essere oggetto di fratture prossimali, distali e diafisarie. Si tratta di un osso decisamente importante in quanto alle sue estremità si trovano le articolazioni della spalla e del gomito.

Quando si verifica una frattura dell’omero, è sempre indicato effettuare dei cicli di fisioterapia per cercare di recuperare il 100% della mobilità.

Cerchiamo quindi di capire meglio quali sono le cause dell’interruzione del tessuto osseo e come si può intervenire con l’ausilio della fisioterapia. Lo faremo con l’ausilio degli specialisti del Poliambulatorio Latina Physiofit, che si sono prestati a rispondere alle nostre domande.

Cause e trattamento della frattura dell’omero

Le fratture a carico dell’omero sono la mera conseguenza di traumi sportivi, accidentali o secondari a sinistri stradali.

Nella maggior parte dei casi, nell’immediato , la  frattura dell’omero  viene trattata seguendo un approccio di tipo conservativo;  l’articolazione viene immobilizzata con un tutore per circa 3-4 settimane al fine di favorirne la guarigione spontanea.

Lo specialista interviene invece in sede chirurgica, qualora i frammenti ossei siano fisicamente distanti dalla loro posizione naturale (frattura scomposta). In questi casi è necessario l’ausilio di un chirurgo ortopedico.

Il grado di scomposizione, il numero di frammenti ossei e la grandezza degli stessi, concorrono a definire il tipo di operazione che, a seconda della gravità, può espletarsi attraverso la fissazione di una placca a stabilità angolare e viti, fino alla sostituzione protesica dell’articolazione.

A prescindere dall’opzione prescelta, l’intervento viene eseguito a cielo aperto: il chirurgo ortopedico pratica, quindi, una piccola incisione al fine di ridurre la frattura senza compromettere vasi sanguigni e nervi.

In tutti i casi, sarà poi necessario ricorrere al fisioterapista per il recupero della totale mobilità delle articolazioni interessate.

 Frattura dell’omero e fisioterapia

La frattura dell’omero necessita, indipendentemente dall’approccio prescelto dallo specialista, di un percorso fisioterapico volto a recuperare la piena funzionalità del braccio.

Il trattamento ha una durata variabile non stimabile a priori perché tutto dipende dalla tipologia del danno e dalle esigenze funzionali del paziente (i bisogni di chi pratica sport sono per esempio, completamente differenti da quelli di un anziano).

La riabilitazione si fonda su esercizi di tipo passivo e pratiche preposte al rafforzamento dell’articolazione.

Gli esercizi passivi per la frattura dell’omero

Questo tipo di terapia per la frattura dell’omero, non richiede alcuno sforzo ed è dunque indicata anche per soggetti anziani. Gli esercizi, di tipo pendolare, possono essere eseguiti in stazione eretta o da seduti e consistono in oscillazioni del braccio in avanti e indietro e piegamenti del gomito ad angolo retto.

Il Rafforzamento dell’articolazione

Il rafforzamento dell’articolazione prevede anche il recupero del tono muscolare, indispensabile per garantire la mobilità temporaneamente perduta.

Il trattamento si basa sul possibile uso di strumenti (corde elastiche, pesi) atti a favorire il pieno recupero della funzionalità articolare.

Per riacquistare pienamente le funzioni del braccio, sono generalmente indispensabili più sedute di fisioterapia e il trattamento complessivo ha una durata non inferiore a 3-4 mesi.

Lo specialista può, infine, prescrivere alcuni cicli di magnetoterapia a cui sottoporsi in caso di ritardo nella guarigione della frattura. È provato infatti, che questa tipologia di trattamento strumentale, stimoli le cellule ossee e riprodursi più velocemente, risultando decisivo per abbreviare i tempi di recupero.

La magnetoterapia esercita un’importante azione antinfiammatoria, riduce la sintomatologia dolorosa, favorisce la mineralizzazione delle ossa, accelera la calcificazione delle fratture e migliora la circolazione sanguigna.

Questo tipo di trattamento può essere svolto dal paziente comodamente anche a casa propria, con una strumentazione dedicata da noleggiare e indossare preferibilmente nelle ore notturne per circa 6-8 ore.