Origine di Bologna: l’archivio digitale pensato e curato da un cittadino bolognese
Tante le informazioni e le curiosità raccolte da un cittadino bolognese. Oggi sono raccolte in Origine di Bologna, un vero e proprio archivio digitale. Grazie alla collaborazione con il Comune viene restituito a una platea più vasta di cittadini. Arricchito grazie ad un’armonizzazione digitale dei contenuti attraverso una mappa interattiva e un portale documentale dedicato.
Tutto ciò è stato possibile grazie a un patto di collaborazione siglato tra il signor Carlo Pelagalli e l’ufficio Open Data del Settore Agenda digitale e tecnologie informatiche del Comune di Bologna. “Credo che questo archivio digitale sia uno strumento prezioso”. Ad affermarlo l’assessore comunale alla cultura e promozione della città, Matteo Lepore. “Ringrazio di cuore Carlo Pelagalli per averlo proposto. Abbiamo risposto con entusiasmo alla richiesta di collaborazione perché questo progetto storico-documentale valorizza la divulgazione e la conservazione della cultura e della memoria storica della città che, in quanto bene comune immateriale, è meritevole di cura e diffusione”.
Origine di Bologna: il portale
L’ufficio Open Data del Settore Agenda Digitale e l’Ufficio Stampa e Comunicazione hanno fornito il supporto tecnico per l’armonizzazione dei contenuti dell’archivio storico digitale e per la realizzazione del nuovo sito www.originebologna.com. Inoltre hanno supportato la creazione di una sezione dedicata sul sito opendata del Comune.
I materiali pubblicati descrivono la città di Bologna tra la fine del ‘700 ed inizio ‘800. Elemento centrale della pubblicazione è la mappa fatta di 10 diversi livelli informativi. Essi raccontano la storia dei nomi di strade, vie, vicoli, piazze e voltoni. La storia delle torri, degli edifici, di quelli monumentali, ma anche civili e religiosi.
La storia delle abitazioni scomparse, e della numerazione dei civici antichi in vigore dall’inizio del XIX secolo fino al 1878. Ma anche dell’attuale numerazione, delle botteghe storiche, delle numerose locande, trattorie, osterie, perché, si sa, Bologna è pur sempre “la Grassa”. Non poteva mancare una sezione dedicata ai corsi d’acqua, quelli a cielo aperto e quelli tombati, e un’altra in cui sono descritti orti, giardini, prati, corti e pertinenze.
Le fonti delle informazioni
Sono importanti testi dei secoli XIX e precedenti e dalla cartografia storica bolognese ospitata presso la biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, e i Servizi Informativi Territoriali del Comune di Bologna. Nonché dalla consultazione di manoscritti custoditi presso l’Archivio Arcivescovile di Bologna e presso l’Archivio di Stato.
I testi usati sono liberi da copyright. La digitalizzazione è stata eseguita dal proponente del patto di collaborazione. I vari contenuti sono sistematizzati in un nuovo portale e una nuova mappa. Sono rilasciati in formato aperto con attribuzione di licenza Creative Commons 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), che ne permette il riuso e l’arricchimento per scopi culturali (Free Cultural Work).