Salute

La talassofobia è la fobia degli specchi d’acqua: chi ha paura del mare?

La talassofobia è la fobia degli specchi d’acqua. Il termine deriva dal greco thalassa (mare) e phobos (paura). Chi ne soffre teme mare, fiumi e laghi. Il termine talassofobia include una serie di paure irrazionali. Chi ha questa particolare fobia può temere uno o più aspetti degli ambienti acquatici: il vuoto sotto la superficie; la vastità degli abissi; la forze delle onde o della corrente; la fauna e le misteriose creature che potrebbero nascondersi negli oceani; la distanza dalla terraferma; la possibilità di avere un malore durante una nuotata. Un talassofobico potrebbe provare sensazioni di diversa intensità – da un lieve disagio fino ad attacchi di panico e intensi stati d’ansia – nuotando, immergendosi o addirittura solo avvicinandosi alla riva o sporgendosi da un’imbarcazione e guardando l’acqua alta.

Le fobie trovano giustificazione nel vissuto della singola persona e nella sua psiche. Possono avere però delle origini comuni a tutti, da un punto di vista genetico o sociale. Nel caso della talassofobia, gli scienziati ipotizzano che la paura di grandi specchi d’acqua derivi dall’istinto di preservazione umano, e possa essere una risposta istintiva sviluppata quando i primi uomini scoprirono la pesca. Le storie tramandate per via orale, e poi la letteratura e il cinema, “facendo leva” su queste paure primordiali, hanno poi contribuito a diffondere miti e leggende sugli abissi popolati da mostri. Come ad esempio gli squali bianchi, terribili predatori assetati di sangue nei libri e sul grande schermo, animali a rischio estinzione nella vita reale.

Invece alcune scuole di psicanalisi danno un significato simbolico alla talassofobia, inquadrandola la paura di ciò che non è possibile conoscere o controllare, vista la vastità degli oceani. Il mare fa paura per la sua natura misteriosa e per la nostra incapacità di capirne la grandezza…