L’Omceo Roma traccia bilancio e guarda al 2023
Magi denuncia “una grande crisi della professione che abbiamo cercato in tutti i modi di evidenziare alle istituzioni, sia al governo uscente, sia al nuovo esecutivo. Posso dire che la situazione è veramente drammatica, perchè in questo momento la professione medica sta vivendo una condizione di disagio. Un disagio che parte dalla base, nasce spontaneamente, non è incanalato dai sindacati”.
“E proprio perchè nasce spontaneamente- prosegue- è ancora più importante dare maggior significato alla situazione di disagio che la categoria sta vivendo in questo momento e che, purtroppo, si manifesta attraverso dimissioni, prepensionamenti e con il fatto di andare a lavorare all’estero o lasciare il Servizio sanitario nazionale”.
“Recentemente- continua- insieme alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri abbiamo anche realizzato un video dal titolo ‘Invisibili’, che spiega il fatto che da eroi, talvolta anche supereroi, siamo passati a invisibili, siamo stati completamente dimenticati”.
“Purtroppo- rende noto il presidente dell’Omceo Roma- l’apertura al mercato ha creato quello che ci aspettavamo, ovvero che negli anni abbiamo assistito a un deprezzamento della professione: medici pagati con retribuzioni davvero molto inferiori rispetto alla media europea. Un fatto che porta la condizione professionale sotto gli occhi di tutti: pronto soccorso che non funzionano, ospedali con pochi medici nei reparti e ambulatori territoriali specialistici vuoti”.
Non solo. Magi afferma infatti che “I medici di medicina generale i trovano davvero in grande difficoltà e nel Paese vi sono aree carenti nelle quali mancano queste figure. Insomma, siamo di fronte a una situazione che, in qualche modo, dobbiamo mettere in evidenza e alla quale cercare di porre un freno”.
“Purtroppo- afferma inoltre- le tariffe le ha fatte il mercato: se i colleghi si dimettono dal Servizio sanitario nazionale per fare i gettonisti, vuol dire che la tariffa di mercato è quella che viene pagata proprio ai gettonisti e non a quelli che sono in servizio poichè strutturati. Questa è indubbiamente una delle sfide che il nuovo governo è chiamato ad affrontare e a risolvere, perchè si tratta di una situazione davvero molto grave per i cittadini”.
Antonio Magi spiega che “anche io, proprio in qualità di cittadino, mi rendo conto che se dovessi avere bisogno di un pronto soccorso, di ricoverarmi in ospedale o di fare una visita specialistica, avrei qualche difficoltà a farla nei tempi e nei modi giusti come era una volta”.
“Non ultimo- denuncia Magi- il fatto che se non si ha il 70% degli Ecm fatti, le compagnie assicuratrici non coprono la parte degli infortuni e la parte della responsabilità civile. Un fatto che danneggia il professionista ma, soprattutto, il cittadino, che si trova un professionista non assicurato e può avere difficoltà per ottenere il risarcimento”.
“Tra le altre cose seguite in questo periodo- continua- c’è la possibilità di riformare tutti gli studi in medicina, analizzare insieme alle Federazioni e agli altri Ordini professionali quella che potrebbe essere una attività domani possibile e una futura di collaborazione tra le varie professioni sanitarie, ognuna con le proprie competenze, lavorando tutti insieme e in sintonia come si è sempre fatto”.
“Speriamo- si augura Magi- che il prossimo futuro ci consenta di lavorare sempre di più e che vengano abbandonate quelle situazioni di scontro che si sono presentate tra alcuni colleghi che non hanno voluto ottemperare alle norme di legge in tema di vaccinazione. Non è però sicuramente ascrivibile a noi la decisione di sospendere questi colleghi, ma l’Ordine, organo sussidiario dello Stato, ha l’obbligo di far rispettare le leggi”.
“I colleghi che hanno preferito non vaccinarsi- tiene a sottolineare- hanno perso l’occasione di confrontarsi con noi in maniera tranquilla e priva di conflitti. Ci dispiace molto di quanto accaduto ma, ripeto, hanno perso l’occasione per un confronto in maniera scientifica e civile, proprio come dovrebbe accadere in un Paese civile come il nostro. È un aspetto che ci ha lasciati un po’ perplessi ma noi continuiamo la nostra attività, sperando che si apra finalmente una nuova stagione all’insegna di una maggiore serenità”.
“Questo è quello che chiediamo al governo- conclude- con scelte che speriamo siano legate alle priorità. E secondo noi, in questo momento, la salute di tutti i cittadini, quindi la sanità che funziona, è una delle priorità richieste dai cittadini”.