Categories: Scienza e Tecnologia

Relazioni umane e scienza medica: un dialogo necessario nel tempo dell’IA

Relazioni di cura. Nuove frontiere”, la Giornata di studi svoltasi ieri presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, ha rappresentato un momento di riflessione che incarna uno dei principi fondanti della proposta universitaria di Massimiliano Marianelli: mettere la cura al centro dell’agire accademico, scientifico e istituzionale. Una cura intesa come responsabilità relazionale, attenzione all’altro, orizzonte etico e stile condiviso di pensiero e di azione.

Ad aprire i lavori, di fronte a un’Aula Tesi gremita, è stato lo stesso Massimiliano Marianelli, Professore ordinario di Storia della filosofia, direttore del Dipartimento FISSUF e candidato alla carica di Rettore per il sessennio 2025/2026–2030/2031.

Nel suo intervento introduttivo, Marianelli ha posto al centro della riflessione il valore della cura come spazio relazionale fondamentale per l’essere umano, sottolineando con forza il primato antropologico ed etico delle relazioni. “È questo il faro – ha dichiarato – che deve sempre orientare sia la riflessione filosofica sia la pratica medica, affinché possano essere realmente scienze umane, dedicate al benessere e alla crescita della persona”.

Richiamando l’eredità dell’Umanesimo, Marianelli ha evidenziato il ruolo centrale del pensiero umanistico anche sul piano storiografico, facendo riferimento a Lorenzo de’ Medici e alla sua concezione della cura come spazio di rinascita dell’umano. “Nella Firenze rinascimentale – ha ricordato – la medicina, insieme all’arte e alla letteratura, era parte integrante di un progetto di riscoperta dell’uomo. Anche oggi la medicina deve saper interpretare questo compito, soprattutto in un tempo segnato dallo sviluppo tecnologico e dall’intelligenza artificiale: è necessario riaffermare il primato delle relazioni umane, che nessun algoritmo potrà mai sostituire”.

Un approccio che valorizza la ricerca come forma di attenzione, come un prendersi cura dell’umano, capace di coglierne la bellezza anche nella sua imperfezione e fragilità: una visione che da anni ispira l’attività accademica e scientifica del Professor Marianelli.

La cura dell’umano è stata al centro anche dell’intervento di Giuseppe D’Anna, Professore ordinario di Storia della filosofia e Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha evidenziato come la riflessione attorno alla complessa natura della persona resti un elemento imprescindibile nel quadro dei progressi della diagnostica medica nell’era digitale. Da qui l’importanza di promuovere un approccio curativo integrato, capace di prendersi cura della persona nella sua interezza: corpo, mente, spirito e salute. “Proprio nell’epoca della rivoluzione dell’intelligenza artificiale – ha dichiarato D’Anna – è fondamentale la stretta collaborazione, lo stretto intreccio, tra saperi umanistici e scienza medica”.

Accogliendo questo invito al dialogo tra saperi, Cynthia Aristei, Professoressa ordinaria di Radioterapia dell’Università degli Studi di Perugia e Direttrice della Scuola di Specializzazione in Radioterapia, insieme a Federico Camilli, dottorando in Medicina Clinica e Molecolare, hanno presentato un contributo dal titolo Nuove frontiere tecnologiche in radioterapia. Nel loro intervento hanno illustrato l’importanza della radioterapia oncologica nel trattamento dei pazienti affetti da neoplasie, soffermandosi sul ruolo delle figure professionali e degli specialisti che si prendono cura del paziente in un’ottica multidisciplinare e multiprofessionale.

Un’ulteriore riflessione sulle nuove frontiere dell’arte della cura è giunta da Vincenzo Valentini, Professore ordinario di Radioterapia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Ricordando la dimensione artistica della cura e, dunque, della pratica medica, Valentini ha sollecitato l’adozione di uno stile di ricerca e di pratica centrato sulla complessità dell’essere umano e sulle sue domande fondamentali sul senso della vita, del dolore e della morte.

In questo contesto si inserisce il progetto Isola.ART, presentato dallo stesso Valentini e realizzato presso l’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola. Un’iniziativa che mira a promuovere una medicina più umana e relazionale, capace di andare oltre la tecnica e di valorizzare le relazioni di cura come risposta autentica alle esigenze del paziente. “L’approccio proposto – ha affermato Valentini – pone l’accento sull’importanza di un ambiente terapeutico accogliente e rigenerativo, in grado di alleviare l’ansia e lo stress legati alla malattia. L’esposizione dei pazienti a varie modalità di arte diventa così uno strumento per favorire il coinvolgimento attivo dei pazienti e stimolare una narrazione positiva, personale e condivisa del percorso di cura”. Il progetto è anche espressione dell’importanza delle sinergie tra istituzioni culturali e sanitarie, con l’obiettivo – ha aggiunto – di “creare una rete che, definendo profili antropologici aperti alla generatività, valorizzi la dimensione umana e culturale della cura, offrendo ai pazienti un supporto non solo clinico, ma anche relazionale e spirituale”.

Tra i momenti significativi della giornata, anche la presentazione della mostra allestita nell’atrio del Dipartimento, realizzata da studentesse e studenti del FISSUF in collaborazione con altri dipartimenti dell’Ateneo. L’esposizione, visitabile nei pomeriggi del 14 e 15 aprile, nasce da una riflessione condivisa su alcune delle domande più urgenti del nostro tempo e sulle sfide che esse pongono alla società contemporanea. “La mostra – ha spiegato Marianelli – è il frutto di un lavoro corale, nato dal desiderio di prendersi cura della realtà e di interrogarla attraverso gli strumenti della filosofia, della storia e delle scienze umane.

A riprova del suo alto valore culturale e formativo, l’iniziativa ha riscosso un notevole interesse, coinvolgendo un pubblico ampio e trasversale: dalle studentesse e dagli studenti, ai docenti e alle docenti di diversi ambiti disciplinari. Tutti hanno condiviso il desiderio di riflettere sul tema del prendersi cura, riconosciuto come chiave di lettura fondamentale delle relazioni umane, tanto nella quotidianità quanto nella pratica scientifica e accademica.

È fondamentale riconoscere il valore generativo delle relazioni: sono esse a rendere possibili risultati profondi, capaci di incidere positivamente sulla condizione umana. Da qui nasce una delle esigenze più pressanti del nostro tempo: restituire senso, riscoprire l’umano. Un tentativo di riattivare legami e offrire speranza, in un’epoca che ne avverte più che mai il bisogno”, ha concluso Marianelli.

Redazione

Recent Posts

“Studiare con libertà, crescere con metodo” — Dialogo con Maria Antonietta, mente e anima del Centro Studi Telesio

In un’epoca in cui la scuola rischia spesso di essere percepita come un sistema rigido,…

15 ore ago

Filogaso, il nuovo epicentro della formazione per il cambiamento sociale

La Fondazione Augurusa e il ruolo centrale della Calabria nell’educazione alla sostenibilità globale Filogaso (VV)…

1 giorno ago

In Campania la popolarità del trucco permanente è in costante crescita

di Pino Riccardi Il Trucco Permanente in Campania rappresenta una soluzione estetica sempre più richiesta…

2 giorni ago

Olivia Trummer reinterpreta “You are the sunshine of my life”, il celebre brano di Stevie Wonder

Dall'11 aprile 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "You…

2 giorni ago

Berto, “Chiamami”: il nuovo singolo è ora disponibile

Dal 17 marzo 2025 su tutti i digital store e dall’11 aprile 2025 in rotazione…

2 giorni ago

Salvatore Mete: secondo posto a X Factor Albania, unico italiano in finale

Salvatore Mete, allievo della RC Voce e Produzione di Cecilia Cesario e Rosario Canale, si…

3 giorni ago