I nonni devono mettere a tavola sardine e tonno per proteggersi dal rischio di demenza
Uno studio ci dice che i nonni devono mettere a tavola sardine e tonno per proteggersi dal rischio di demenza. Il benefico effetto è merito dei grassi buoni, gli Omega 3. La ricerca è stata pubblicata su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology. Lo studio ha mostrato che mangiare pesce, almeno due-tre volte a settimana, sotto i 75 anni di età, riduce il rischio di danni vascolari cerebrali.
Sono stati esaminati 1.623 soggetti, età media di 72 anni, che non avevano demenza, ictus o storia di malattie cardiovascolari. Scansioni cerebrali sono servite per cercare specifici “marcatori” di malattia vascolare, forti predittori di declino cognitivo, e le persone coinvolte hanno compilato questionari sulla loro dieta. I ricercatori hanno così scoperto che tra chi non mangiava pesce il 31% aveva marcatori di una grave malattia vascolare cerebrale contro il 23% di chi ne metteva nel piatto tre porzioni a settimana e il 18% di chi lo faceva quattro o più volte. Ed era tra i 65 e i 69 anni che i prodotti ittici erano più associati alla protezione da malattie cerebrali.
“Questo studio, che ha anche il vantaggio della numerosità del campione, riporta l’attenzione su un tema già noto. Vi è minor rischio di sviluppare declino cognitivo se si consuma pesce, ricco di grassi Omega 3. Uno in particolare, il Dha, è presente in alta percentuale nelle membrane cellulari cerebrali, specie nelle aree deputate alla memoria. Il nostro organismo ha una limitata capacità di sintetizzarli e devono quindi essere introdotti con la dieta. Pesci, molluschi e crostacei ne sono particolarmente ricchi. Quanto al fosforo è certo presente nel pesce, ma non più che in altri alimenti di origine animale e vegetale” chiarisce Gabriella Di Lena ricercatrice del Crea Alimenti e Nutrizione, membro del gruppo di lavoro che ha elaborato le Linee guida per una sana alimentazione e referente per i prodotti ittici.
“Il contenuto proteico, la digeribilità, l’apporto di vitamina D, selenio, iodio e, sempre per parlare di grassi Omega 3 il loro effetto benefico sul sistema cardiovascolare. La nostra dieta oggi è fortemente sbilanciata a favore degli Omega 6, utilizzatissimi anche dall’industria alimentare, e gli Omega-3 a lunga catena sono prevalentemente presenti nel pesce”.
I vantaggi del consumo di pesce sembrano essere dose-dipendenti: più se ne mangia, più si protegge il cervello? “Bisogna stare attenti con ragionamenti di questo tipo, anche se il cibo prediletto è tra quelli “sani” la dieta deve essere sempre equilibrata. Bene il pesce, ma non devono mancare frutta e verdura, ricche di vitamine, antiossidanti, minerali e fibra. Quest’ultima è fondamentale, ancor più ad una certa età, per regolare le funzioni intestinali e mantenerne in equilibrio la flora batterica. Frutta e verdura sono poi ricche di acqua e aiutano a mantenere il giusto apporto idrico dato che spesso, lo ricordiamo, gli anziani sentono meno lo stimolo della sete”.
“Tonno e pesce spada sono ricchi di Omega-3, ma non più di altre specie più salutari e sostenibili. Possono invece contenere contaminanti, specie il mercurio, perché sono pesci predatori e, nella loro lunga vita nei mari, lo accumulano. Preferiamo specie di provenienza nazionale: sgombri, sardine, acciughe e tutto il pesce azzurro, anche le specie meno pregiate, oltre che cozze e vongole, variando sempre”.