L’antibiotico-resistenza rappresenta una vera e propria “pandemia silente”, con un impatto devastante sia sulla salute pubblica che sulle finanze dello Stato. Secondo il presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Robert Nisticò, il fenomeno causa ogni anno in Italia circa 12.000 decessi e comporta un costo di 2,4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale.
Le stime dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) evidenziano anche il peso sulle strutture sanitarie, con 2,7 milioni di posti letto occupati annualmente a causa di infezioni resistenti agli antibiotici.
“Di fronte a questa emergenza – sottolinea Nisticò – è fondamentale adottare un approccio globale, che preveda un uso più consapevole degli antibiotici, anche in ambito veterinario, e un rafforzamento delle strategie di prevenzione”. In particolare, il presidente dell’Aifa evidenzia la necessità di interventi mirati negli ospedali, dove i batteri resistenti sono maggiormente diffusi.
Parallelamente, è essenziale incentivare la ricerca di nuovi antimicrobici capaci di superare le attuali resistenze, attraverso agevolazioni e semplificazioni nel processo di sviluppo dei farmaci.
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