Salute

La restrizione calorica rallenta i processi d’invecchiamento

La restrizione calorica rallenta i processi d’invecchiamento. A confermarlo è uno studio ospitato dalla rivista Science che dimostra anche che “ringiovanisce” il sistema immunitario. Un gruppo di ricercatori dell’Università statunitense di Yale ha descritto gli effetti della moderazione a tavola e i processi fisiologici che fanno sì che anche una dieta fatta di modesti sacrifici possa ottenere benefici sorprendenti. Un calo di peso contenuto è in grado di assommare in sé gli effetti di più farmaci e gli scienziati hanno iniziato a capire come sia possibile.

L’effetto anti-età della restrizione calorica era conosciuto anche grazie ad uno studio multicentrico chiamato CALERIE (“valutazione globale degli effetti a lungo termine della riduzione dell’introito calorico”) iniziato nel 2007. A 140 persone tra i 20 e i 50 anni (non obese) era stato chiesto di perdere peso. Al termine del periodo di osservazione durato 2 anni, i partecipanti erano calati in media 10 kg, all’incirca il 14% del peso iniziale. Dai dati di quella sperimentazione sono nati approfondimenti collaterali, che di volta in volta hanno indagato su aspetti specifici.

“La riduzione calorica agisce su molti fattori metabolici e molecolari” spiega Luigi Fontana, direttore del Centro di longevità e salute dell’Università di Sydney e coautore di molte ricerche collegate al trial CALERIE- “Sui soggetti testati sono stati misurati una riduzione di tutti gli indici infiammatori e un potenziamento dei meccanismi omeostatici che ‘ringiovaniscono’ le cellule. Nel corso degli anni abbiamo dimostrato che il calo ponderale è legato alla minore produzione di insulina (un potentissimo fattore di rischio pro invecchiamento e pro cancro), a un ringiovanimento del cuore (che diventa più elastico) e a una riduzione di tanti processi patologici alla base di malattie cardiovascolari, tumorali, ictus e decadimento cognitivo”.

I ricercatori americani hanno studiato un sottogruppo di 25 persone facenti parte del trial CALERIE e hanno dimostrato che la restrizione calorica aveva fatto ringiovanire anche il loro sistema immunitario agendo sul timo grazie ad una proteina chiamata PLA2G7. Il timo produce i timociti, i precursori dei linfociti T, ma con il passare degli anni perde in volume ed efficienza. Mediante la risonanza magnetica gli studiosi hanno notato, nelle persone che avevano perso peso, una minore involuzione del timo rispetto al gruppo di controllo. La dieta era riuscita a rallentare l’invecchiamento della ghiandola e in conseguenza del sistema immunitario. Gli scienziati si sarebbero aspettati di trovare qualche differenza nelle cellule prodotte dal timo che evidenziasse questo effetto, ma il sequenziamento dei geni non ha mostrato nulla. Questo dato li ha spinti a cercare gli effetti del ringiovanimento del timo dove non ci si aspettava di trovarli, cioè nelle cellule del tessuto adiposo dell’addome. Nelle cellule grasse delle persone il cui timo era meno involuto si era registrata una contestuale riduzione di una proteina prodotta da un gene chiamato PLA2G7. Per scoprire se la proteina avesse causato davvero gli effetti benefici osservati con la restrizione calorica, i ricercatori hanno condotto una sperimentazione su cavie. I topolini privati artificialmente di questo gene, pur se nutriti con una dieta ricca di grassi, sono stati protetti dall’obesità e hanno registrato indici minori di infiammazione e di perdita di volume del timo.

Non bisogna modificare in modo radicale le proprie abitudini a tavola. Basta qualche accortezza ma, se si pensa a una restrizione calorica più importante, è necessario essere seguiti da un professionista. Moderarsi a tavola non richiede un cambiamento radicale del proprio stile di vita. Basta perdere due centimetri del giro vita per guadagnare in salute e longevità. Anche non portare in tavola porzioni eccessive aiuta e si può provare a fermarsi quando non si sia del tutto pieni…