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Punture di insetti: bisogna davvero prestare molta attenzione

In particolare nel periodo di passaggio tra primavera ed estate cresce il rischio di punture di api, vespe, calabroni e formiche. Non bisogna sottovalutare questo rischio.
Una persona mediamente può tollerare 10 punture per ogni chilo di peso corporeo. Un adulto può sopportare più di 1.000 punture, mentre 500 punture possono uccidere un bambino. Ma in un soggetto allergico una sola puntura può causare la morte per reazione anafilattica. Questa è una reazione allergica potenzialmente letale in cui la pressione arteriosa precipita e le vie aeree si ostruiscono.

Guardando agli Stati Uniti le morti per punture di ape superano di 3-4 volte quelle da morsi di serpente. Un tipo più aggressivo di api da miele (ape assassina africana) è migrato dal Sud America in alcuni stati del sud e sud-ovest degli Stati Uniti. Attaccando la vittima in sciami, queste api causano una reazione più grave rispetto alle altre api. In particolare nell’area del Golfo del Messico, le formiche rosse pungono ogni anno più del 40% degli abitanti di queste regioni infestate, causando almeno 30 decessi.

Le punture di api, vespe e calabroni causano un dolore immediato e la formazione di una zona del diametro di poco più di un centimetro, rossa, gonfia e talvolta pruriginosa. In alcuni soggetti, l’area si gonfia fino a 5 cm o più di diametro nei successivi 2 o 3 giorni. Il gonfiore in alcuni casi viene scambiato per infezione, rara dopo le punture di api. Le reazioni allergiche possono causare eruzioni cutanee, prurito diffuso, respiro sibilante, difficoltà di respirazione e collasso.

La puntura della formica rossa di solito genera dolore immediato, rossore e gonfiore, che scompaiono entro 45 minuti. Si forma quindi una bolla, che si rompe nel giro di 2-3 giorni, e spesso si infetta. Ma, al posto di una bolla compare una chiazza rossa, tumefatta e pruriginosa. Nelle persone che hanno subito un notevole numero di punture possono manifestarsi un’infiammazione di singoli nervi e crisi convulsive.

Un’ape può lasciare anche il suo pungiglione nella cute, ma questo deve essere rimosso al più presto strofinando la zona con il bordo di un oggetto sottile e rigido come un coltello da tavola. Un cubetto di ghiaccio avvolto nella plastica e in un panno leggero e posto sulla puntura, insieme a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e antistaminici assunti per bocca, calma il dolore. Spesso è utile applicare una crema o pomata antistaminica, un anestetico, un corticosteroide o una loro combinazione.

Le reazioni allergiche gravi ovvero le reazioni anafilattiche vengono trattate in ospedale con adrenalina, liquidi per via endovenosa e altri farmaci. Le persone allergiche alle punture devono sempre portare con sé una siringa precaricata di epinefrina (prescrivibile), che contribuisce a fare regredire la reazione anafilattica o allergica grave. Le altre punture vanno trattate allo stesso modo delle punture delle api. Le persone con anamnesi di reazioni anafilattiche o di allergia nota alle punture di insetti devono indossare un segno identificativo, come un braccialetto di allerta medica. In caso di reazione allergica grave in seguito alla puntura di un’ape si può a volte eseguire una desensibilizzazione (immunoterapia allergenica) nell’arco di diversi anni, utile a prevenire future reazioni allergiche.

Redazione

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