Riprende dibattito sulla politica agricola europea: la posizione di Confai
“In un quadro internazionale segnato da numerosi focolai di crisi, l’agricoltura si trova esposta ad un’incertezza crescente, anche a causa di una politica agricola europea che sperimenta una certa difficoltà nel rispondere prontamente sia a preoccupanti situazioni congiunturali sia a esigenze di riforma nel medio termine”. Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, aderenti a CAI Agromec, ha dato voce in questi termini al rinnovato dibattito che si sta sviluppando intorno al futuro della Pac in un contesto imprenditoriale sempre più pregiudicato dall’aumento dei costi di produzione e dai vincoli imposti dalla normativa ambientale comunitaria.
Su questi temi era tornato nei giorni scorsi anche il presidente di CAI Agromec, Gianni Dalla Bernardina, che in un editoriale aveva ricordato l’indispensabile apporto sociale e produttivo del mondo agromeccanico e invitato “a riflettere sul ruolo dell’innovazione in agricoltura, che nel nostro Paese, come nei territori rurali di gran parte dell’Europa, si fonda sul contributo di piccole e medie aziende, messe sempre più in difficoltà dalla morsa dei costi e dei prezzi”. “Alcune misure concretizzatesi nelle ultime settimane, tra cui la revoca dell’obbligo di lasciare a riposo il 4% dei terreni aziendali, hanno parzialmente attutito l’impatto della crisi generale – osserva il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -. Tuttavia si tratta di misure puramente estemporanee, se non saranno inserite in una strategia istituzionale coerente, che riconosca gli sforzi delle imprese agromeccaniche e agricole di fronte alle vicende alterne dei mercati e della politica internazionale”.