Salute

Le aritmie cardiache non sono mai da sottovalutare: cosa c’è da sapere

Le aritmie cardiache sono alterazioni del ritmo del cuore. In tale condizione il battito non è regolare. In alcuni momenti è in aumento (tachicardia), in altri di diminuzione (bradicardia) o di assoluta irregolarità (come nella fibrillazione atriale) rispetto alla velocità media normale.

Mai sottovalutare le aritmie cardiache. Esse possono scatenare una sincope, causata dal fatto che il cervello è poco irrorato dal sangue. Di norma il soggetto riprende conoscenza da solo e in tempi brevi. In tal caso deve rimanere coricato e con i piedi sollevati per un po’ di tempo. Se la persona non riprende conoscenza, c’è il rischio di arresto cardiaco e devono essere messe in atto tutte le misure d’emergenza possibili dal massaggio cardiaco alla respirazione artificiale alla defibrillazione.

Tra le aritmie del cuore più comuni c’è l’extrasistole, un battito supplementare che può essere presente anche in persone dal cuore sano e può generare dai ventricoli o dagli atri. Sono dovute soprattutto da situazioni di stress, dalla presenza di cardiopatie o dall’eccessivo consumo di bevande a base di caffeina.

Le aritmie cardiache sono perlopiù connesse a patologie strutturali del cuore ma possono derivare anche da patologie extra-cardiache, in presenza di un cuore in apparenza sano. Ci sono diversi tipi di aritmie, dalle più banali che possono essere curate, alle più gravi che possono condurre alla morte in tempi brevi. La gravità di un’aritmia varia in base alla parte del cuore da cui ha origine o che ne è interessata.

I sintomi delle aritmie cardiache sono legati alla variazione della velocità del battito cardiaco. Ad esempio il cuore che si sente a livello della gola, un senso di sfarfallio a livello del torace, un rallentamento del battito, un intenso senso di stanchezza, dispnea, sudorazione. L’aritmia cardiaca può essere individuata mediante una visita cardiologica corredata da elettrocardiogramma. Per verificare se l’aritmia riscontrata nel corso della visita non sia un episodio isolato e occasionale o per cercare di individuare aritmie non riscontrate durante la visita, può essere utile verificare il battito cardiaco per un periodo continuativo di 24 o 48 ore usando un Holter. Ce ne sono di minuscoli che vengono impiantati sotto la pelle mediante un intervento minimamente invasivo e che permettono il monitoraggio del rimo cardiaco fino a 3 anni.

La cura delle aritmie cardiache varia a seconda della loro natura e origine. In caso di tachicardie, un primo intervento può essere costituito dall’inizio di una terapia antiaritmica, così come in caso di bradicardia potrà essere talora necessario modificare una terapia già in atto. Anche per le aritmie, un adeguamento dei comportamenti del paziente a una vita più sana con interruzione del fumo o del consumo eccessivo di alcol, può in alcuni casi giovare.