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Biografie di toscani noti e frammenti di memoria in una nuova collana editoriale

Fermare nelle pagine di un libro la storia di persone che hanno rappresentato la toscanità con il loro modo di fare musica, teatro e sport è un’opportunità per recuperare una parte importante della cultura della regione e ricordare nomi e momenti di vita condivisa in una storia collettiva, comune, quotidiana e importante nella sua semplicità.

Biostory è il nome che Felici Editore ha scelto per questo nuovo progetto editoriale presentato su iniziativa del presidente Giani dall’editore assieme a Paolo Mugnai, curatore del primo libro della collana, Stefano Baragli, presentatore e Silvia Papucci, imprenditrice.

“L’idea di pubblicare una serie di libri dedicati a toscani popolari – racconta Felici – nasce dal desiderio di recuperare e dare un seguito a storie che la velocità della comunicazione digitale ha lasciato da parte, cercando di completarle e dare loro una dimensione inedita e compiuta dove lo spessore e le vicende umane del personaggio vanno oltre al semplice ricordo momentaneo di una canzone o di una impresa sportiva e descrivono un percorso di vite non sempre e non per forza legate ai momenti di notorietà o di successo”.

Da un palazzo in via dei Neri inizia la storia del cantautore fiorentino Riccardo Azzurri e del suo La vita come un gioco, il libro che inaugura Biostory con un racconto che, come scrive Don Backy nella sua postfazione, è bello da leggere per la sua forma diaristica, con avvenimenti narrati con precisione, passo dopo passo e con quella semplicità e forza che fa leggere la vita come un lancio di dadi che non sempre si ferma sui numeri desiderati.

Nelle pagine il ricordo della prima chitarra, di una via dei Neri diversa da quella di oggi, della passione per Sacha Distel, affiancato presto dai Cream, Jimi Hendrix e dai Led Zeppelin con i loro primi dischi che era possibile trovare in una Firenze ancora popolata da negozi musicali e vinili al giusto prezzo e non ancora oggetti di collezionismo globale.

I capitoli scorrono leggeri negli anni della prima band, le prove nelle cantine di via del Parlascio e via della Mosca, la naturale propensione per la melodia e l’attenzione verso le composizioni di Lucio Battisti. Verranno poi la partecipazione al Festival di Sanremo, la familiarità con Zucchero Fornaciari, le collaborazioni con Don Backy e Aleandro Baldi per Firenze Madre, gli anni difficili, la voglia di “non mollare”, la sperimentazione di sonorità multietniche ed un presente accompagnato da nuove cose da cantare e da un nobile ed articolato progetto musicale pensato per regalare emozioni a chi ha la fortuna di ascoltarlo.

Poco più di cento pagine, una vita e tanta Toscana dentro.

Redazione

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