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Ogni anno sono milioni le vite che vengono perse prematuramente a causa delle malattie cardiovascolari

Nonostante siano prevenibili nell’80% dei casi, rimangono la principale causa di morte in tutto il mondo con all’incirca 20 milioni di decessi, attribuibili soprattutto a ipertensione, colesterolo alto, dieta scorretta e inquinamento atmosferico. È quanto emerge dal nuovo numero speciale del Journal of the American College of Cardiology (Jacc). Il report fornisce un aggiornamento delle stime sanitarie rilevate nel 2022 relative all’impatto e alle tendenze delle malattie cardiovascolari a livello globale. In particolare il report ha analizzato l’impatto di 18 condizioni cardiovascolari e 15 fattori di rischio in 21 regioni del mondo, 204 nazioni e territori, per fornire un vero e proprio atlante di queste patologie. Dal rapporto emerge che il numero globale di decessi dovuti a malattie cardiovascolari è aumentato, passando da 12,4 milioni nel 1990 a 19,8 milioni nel 2022.

Tra le malattie cardiovascolari prese in considerazione, la cardiopatia ischemica, patologia che si verifica quando c’è un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cuore, rimane la principale causa di mortalità a livello globale, con circa 109 decessi ogni 100.000 abitanti, seguita da emorragia intracerebrale e ictus ischemico. I 15 fattori di rischio valutati prendono in considerazione cause ambientali (inquinamento atmosferico, inquinamento domestico, esposizione al piombo, bassa temperatura, alta temperatura), metaboliche (pressione arteriosa alta, colesterolo cattivo, sovrappeso, glucosio nel sangue a digiuno, disfunzioni renali) e comportamentali (alimentazione, fumo, fumo passivo, uso di alcol, attività fisica).

Tra questi, la pressione arteriosa alta rappresenta il fattore di rischio maggiormente responsabile, a livello globale, degli anni di vita persi a causa di disabilità. La dieta e le scelte alimentari scorrette (come ad esempio scarso consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, latte, fibre, calcio, acidi grassi omega-3 e acidi grassi polinsaturi ed eccessivo consumo di carni rosse e lavorate, bevande zuccherate, acidi grassi trans e sodio) sono invece il principale fattore di rischio di peggioramento della salute tra quelli comportamentali.

L’inquinamento da particolato ambientale si è invece classificato in testa ai rischi ambientali. Si prevede che i decessi aumenteranno entro il 2030 raggiungendo i 24 milioni, con una media di oltre 66mila persone al giorno. È necessario dunque incentivare le attività di prevenzione in maniera capillare coinvolgendo tutti gli attori possibili. Guardando alla distribuzione geografica del problema, nonostante le patologie vascolari raggiungano tassi elevanti a livello globale, alcune regioni di Asia, Europa, Africa e Medio Oriente presentano il maggior carico di mortalità. Più in dettaglio, l’Europa, e in particolare i Paesi dell’Est, fanno registrare la più alta mortalità con 553 decessi ogni 100.000 abitanti. Inoltre, l’Asia centrale, l’Europa orientale, il Nord Africa e il Medio Oriente sono le regioni con i tassi più elevati di malattie cardiovascolari attribuibili all’ipertensione.

Redazione

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