Chi fa jogging o pratica sport competitivi o altre attività fisiche intense e lo fa in aree con maggiore inquinamento atmosferico, può avere meno benefici per la sua salute cerebrale rispetto a chi fa movimento in aree senza smog. A dirlo è un lavoro realizzato dall’Università dell’Arizona a Tucson e pubblicato sulla rivista scientifica Neurology.
“L’esercizio fisico fatto energicamente può aumentare l’esposizione all’inquinamento atmosferico e studi precedenti hanno già mostrato effetti negativi dell’inquinamento sul cervello”, ha detto l’autrice dello studio, Melissa Furlong, ricercatrice dell’Università dell’Arizona a Tucson. “Abbiamo dimostrato che l’attività fisica è associata a migliori marcatori della salute del cervello nelle aree con un minor inquinamento atmosferico. Tuttavia, alcuni effetti benefici sono essenzialmente scomparsi nei casi delle attività fisiche nelle aree con i più alti livelli di inquinamento atmosferico. Questo non vuol dire che le persone dovrebbero evitarlo. Nel complesso, l’effetto dell’inquinamento atmosferico sulla salute del cervello è stato modesto”. I ricercatori hanno scoperto che un’attività fisica energica riduce l’iperintensità della sostanza bianca nelle aree a basso inquinamento atmosferico, ma questi benefici non sono stati riscontrati tra quelli nelle aree ad alto inquinamento atmosferico.
“Sono necessarie ulteriori ricerche, ma se i nostri risultati dovessero essere replicati, le politiche pubbliche potrebbero essere utilizzate per affrontare la questione dell’esposizione delle persone all’inquinamento atmosferico durante l’esercizio fisico – ha continuato Furlong – Ad esempio, poiché una quantità significativa di inquinamento atmosferico deriva dal traffico, la promozione della corsa o della bicicletta lungo percorsi lontani dal traffico intenso può essere più vantaggiosa”.
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