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Impegno della Toscana per la sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari

La Toscana negli ultimi due anni si è mossa definendo precise linee di indirizzo per prevenire e gestire gli atti di violenza nei confronti degli operatori del sistema sanitario. Un fenomeno ancora troppo diffuso, confermato dai dati dell’Osservatorio regionale sul rischio aggressioni, con 1027 atti di violenza (di cui 223 fisica) registrati nei primi sei dell’anno in corso. La giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha così deciso di potenziare le misure di prevenzione e stanziato per questo due milioni e centomila euro.

“Si intensifica l’impegno per costruire una cultura della non violenza e del rispetto nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che, grazie al loro straordinario lavoro, garantiscono cura e tutela della salute e per questo devono poter svolgere il proprio lavoro senza alcun rischio di subire violenze” commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore Bezzini. “Con la delibera – spiega Bezzini – intendiamo sviluppare azioni finalizzate ad incentivare il rispetto e la fiducia da parte del cittadino nei confronti degli operatori e a mantenere un clima sereno all’interno dei reparti. Vogliamo però anche mettere gli operatori nelle condizioni di riconoscere il rischio e gestirlo al meglio, grazie anche all’attivazione di nuovi strumenti di segnalazione”. “Solo con una forte alleanza tra istituzioni, management, operatori e cittadini – concludono presidente ed assessore – si può dare una risposta definitiva a questo fenomeno”.

Le misure della delibera

La nuova delibera arriva dopo un percorso di partecipazione e confronto con i rappresentanti sindacali della dirigenza medica e del comparto, gli ordini professionali e i rappresentati per la sicurezza e la prevenzione delle Aziende sanitarie ed ospedaliere e si muove su due linee. Da un lato c’è la cultura del rispetto da promuovere, ma anche la serenità e fiducia nei confronti del personale sanitario e e sociosanitario. Spesso l’ansia che sfocia in aggressione scaturisce quando non sono chiari i tempi e i motivi dell’attesa o quando le persone che attendono non riescono ad avere informazioni sul familiare che si trova all’interno del pronto soccorso. Tra le idee c’è un’app con cui seguire il percorso diagnostico, ma anche semplicemente spiegare come funzionano i codici di priorità di accesso può essere utile. Il progetto prevede dunque l’organizzazione di incontri ed azioni di informazione e comunicazione, banner, poster, brochure  e campagne sui social rivolte a cittadini.

Dall’altro lato saranno rafforzate le misure di sicurezza a protezione degli operatori, installando ad esempio nuove telecamere di videosorveglianza all’interno e all’esterno degli edifici sanitari, pulsanti di allarme od emergenza collegati ad una sala di controllo presidiata,  dispositivi di controllo degli accessi e dispositivi di emergenza indossabili con cui lanciare l’allarme ed essere geolocalizzati. Attenzione sarà dedicata anche alla progettazione di ‘vie di fuga’, serrature adeguate ed illuminazione. Il personale sanitario e socio-sanitario sarà inoltre formato al riconoscimento precoce e alla gestione di comportamenti potenzialmente aggressivi e violenti.

La delibera dà pure indicazione alle aziende ed enti del servizio sanitario regionale affinché delle aggressioni segnalate sia valutata l’eventuale rilevanza penale e, nel caso, procedere con denuncia o querela, considerando la costituzione di parte civile od offesa e in alternativa azioni in sede civile per il risarcimento del danno anche all’immagine dell’azienda.

L’Osservatorio regionale sul rischio aggressioni

La Regione Toscana è stata una delle prime regioni in Italia ad aver istituito nel 2018 l’Osservatorio regionale sul rischio aggressioni, che trimestralmente raccoglie i dati  dalle aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie toscane, da Ispro e dalla Fondazione Gabriele Monasterio, per avere piena consapevolezza della portata del fenomeno, classificando gli episodi e distinguendo tra violenza fisica e verbale. Tramite la rilevazione dell’osservatorio sono state registrate in Toscana, su circa 55mila operatori del servizio sanitario, 752 aggressioni nel 2020 (561 verbali e 191 fisiche), 817 nel 2021 (591 verbali e 226 fisiche), 1258 nel 2022 (935 verbali e 323 fisiche) e già 1027 (804 verbali e 223 fisiche) nei primi sei mesi del 2023. Numeri in crescita, anche a seguito di azioni di sensibilizzazione che hanno portato all’emersione di un fenomeno che prima magari rimaneva sottotraccia.

L’osservatorio ha redatto le linee di indirizzo, approvate dalla giunta regionale nel 2021. Gli obiettivi fissati riguardano la promozione di maggiori livelli di sicurezza, omogenei nelle strutture, il miglioramento della sicurezza del personale sanitario e la gestione di ogni singolo caso di violenza individuando cause e misure necessarie da intraprendere.

La campagna “Scegli il rispetto”

Video, materiale cartaceo e contenuti sui canali social della Regione Toscana e delle aziende sanitarie ed ospedaliere sono tra le principali azioni di comunicazione messe in campo per sensibilizzare e invitare al rispetto degli operatori sanitari e socio sanitari durante lo svolgimento delle loro mansioni. I materiali sono stati distribuiti nelle sale d’attesa e nei reparti degli ospedali per condannare ogni forma di violenza sugli operatori.  Questi interventi saranno ulteriormente rafforzati e intensificati.

Redazione

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