La nicotina, principale componente attivo a livello neurologico della sigaretta, provoca una forte dipendenza nel soggetto che la consuma, stimolando il “sistema di ricompensa” del cervello. Pertanto il fumo di sigaretta è considerato causa di gravi danni alla salute e fattore favorente l’insorgere di patologie a carico dell’apparato respiratorio, dell’apparato cardio-vascolare, nonché lo sviluppo di tumori.
Diversi studi hanno dimostrato che l’assunzione di fumo mediante la sigaretta è più pericolosa per l’organismo rispetto all’assunzione tramite pipa o sigaro, in quanto nell’atto del consumo la quantità inalata è superiore, e i prodotti di combustione della carta aggiungono ulteriori componenti tossici. Il consumo del fumo provocato dalle sigarette in maniera attiva o passiva provoca in base alle stime oltre 440 mila morti ogni anno solo negli USA.
Non c’è quindi una soglia al di sotto della quale si è certi che il fumo non produca danni alla salute. L’unica soluzione è non fumare o al più fumare “poco”. L’effetto dannoso del fumo sulle cellule si accumula nel tempo. Importante è sia quante sigarette si fumano ogni giorno che da quanto tempo si fuma.
Nel nostro Paese oltre 3 fumatori su 4 consuma più di 10 sigarette al giorno; il 14,7% dei fumatori consuma tra 5-9 sigarette al giorno e l’8% meno di 5. Si inizia a fumare in media a 17,9 anni con una differenza tra uomini e donne di 2,1 anni (17 anni gli uomini; 19,1 le donne). All’incirca il 73,0% dei fumatori ha iniziato a fumare tra i 15-20 anni e il 12,9% anche prima dei 15 anni.
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