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Le regole per andare in pensione: le novità della Legge di Bilancio

L’Italia lo scorso settembre si è recata alle urne esprimendo una maggioranza di centrodestra. Giorgia Meloni è divenuta la prima donna premier. A lei e alla sua coalizione è spettato il compito di scrivere la Legge di Bilancio 2023, una manovra finanziaria fortemente condizionata al caro bollette, come sottolinea il quotidiano online www.quotidianoweb.it. La maggior parte delle risorse della manovra sono state impegnate per aiutare imprese e famiglie a fronteggiare la crisi energetica. Oltre al contrasto al caro energia in manovra sono presenti incentivi per le assunzioni, disposizioni in materia di tregua fiscale, nuove norme per andare in pensione e sostegno alla Sanità.

Mario Vacca su quotidianoweb.it illustra in maniera analitica tutte le misure previste dal Governo Meloni, ispirate da equilibrio e prudenza nell’ambito di un quadro macroeconomico altamente instabile. La Legge di Bilancio ha ricevuto il benestare dell’Unione Europea ed è stata apprezzata dal mercati. Sono impegnati 35 miliardi di cui 21 miliardi coperti da extra deficit, tagli per all’incirca 7 miliardi e entrate suppletive per 6,3 miliardi. Tra le voci nuove di finanziamento della manovra più rilevanti c’è la norma sugli extra profitti, sul versante tagli spicca il recupero delle risorse destinate al reddito di cittadinanza e in misura inferiore al superbonus edilizio.

Sul fronte caro bollette gli aiuti coprono soltanto il primo trimestre 2023. Tuttavia se la situazione non dovesse normalizzarsi il Governo è pronto ad intervenire in maniera decisa. In materia fiscale l’esecutivo è intervenuto sulla flat tax (innalzato il regime forfettario ad 85 mila euro), su quota 103, sull’innalzamento del tetto all’uso del contante (dal 1° gennaio salito a 5 mila euro), sul taglio del cuneo fiscale (per accrescere gli stipendi). Sul fronte tregua fiscale sono state definite otto modalità di regolarizzazione ad iniziare dallo stralcio dei ruoli sotto mille euro (dal 2000 al 2015) sino alla definizione agevolata dei procedimenti di accertamento nell’ambito di una politica di un fisco dalla parte del contribuente.

Sul fronte pensionistico la Legge di bilancio 2023 ha confermato Quota 103: 62 anni di età e 41 di contributi, la “pensione anticipata flessibile”. Il valore della pensione così ottenuta non potrà superare cinque volte il valore delle pensioni minime, sino al raggiungimento dell’età pensionabile. Si confermano gli incentivi per chi decide di continuare a lavorare pur avendo maturato i requisiti per l’anticipo. Per la “Quota 103” si ipotizza una platea potenziale di 41 mila soggetti.

Le pensioni minime vengono innalzate, solo per il 2023, a 600 euro mensili e limitatamente agli over 75. Le minime per gli under 75 si fermano a 570 euro. Vengono adeguate al 100% dell’inflazione le pensioni sino a 4 volte il minimo, dell’85% le pensioni fino a 5 volte il minimo. Gli assegni più consistenti, oltre 5 volte la pensione minima, saranno adeguati del 53% fino a 6 volte, oltre 6 fino a 8 del 47%, oltre 8 fino a 10 del 37%, oltre 10 del 32%.

Per il 2023 è previsto l’anticipo pensionistico con un’età di 60 anni e almeno 35 anni di contributi ovvero Opzione Donna. L’età anagrafica può essere ridotta di un anno per ogni figlio ma nel limite di 2 anni. La possibile riduzione riguarda tre categorie di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi.

Il Governo Meloni è intervenuto anche sul Reddito di Cittadinanza. La durata massima si riduce a 7 mesi, sono esclusi dalla riduzione nuclei familiari con persone disabili, minori o persone con più di 60 anni. Il reddito viene revocato se il beneficiario non accetta un’offerta congrua.