Il nuovo gruppo sanguigno “Er” è stato rilevato da uno studio del National Health Service Blood and Transplant (Nhsbt) inglese pubblicato sulla rivista “Blood”. I quattro grandi gruppi sanguigni noti sono: A, B, 0 e AB. Ma ci sono diversi modi per raggruppare i globuli rossi in base alle differenze negli zuccheri o nelle proteine che rivestono la loro superficie, gli antigeni. Scoprire un nuovo gruppo sanguigno è importane. Infatti i medici così possono diagnosticare in modo corretto un problema come nel caso di incompatibilità tra madri in gravidanza e il loro neonato. Sino ad oggi l’International Society of Blood Transfusion (Isbt) identifica 43 diverse classificazioni dei sistemi di gruppi sanguigni negli esseri umani.
In base allo studio il gruppo sanguigno può indurre le cellule immunitarie ad attaccare le cellule non corrispondenti, circostanza che si verifica quando i gruppi sanguigni sono incompatibili. Gli esperti sono convinti che questo potrebbe essere molto utile per i medici quando hanno difficoltà a diagnosticare il loro paziente.
La morte di due neonati aveva indotto gli scienziati a fare ricerche su un raro gruppo sanguigno individuato per la prima volta nell’uomo 40 anni addietro. La scoperta riguarda più in particolare un sottogruppo specifico di Er che apre nuove porte per prevenire tragedie simili in un futuro prossimo.
I medici si concentrano sui sistemi di gruppo sanguigno ABO e sul fattore Rh, un particolare antigene che alcuni hanno ed altri no. Nel primo caso si parla di Ph positivo, nel secondo di Rh negativo. La familiarità dei sistemi di gruppo sanguigno e fattore Rh sono cruciali nel caso di trasfusioni di sangue. Ma, l’ampia varietà di antigeni di superficie cellulare e loro varianti, rendono la situazione più articolata. Gran parte dei principali antigeni è stata identificata all’inizio del XX secolo, Er è stato identificato solo nel 1982.
Nel 1988 veniva scoperta la versione denominata Erb. Il codice Er3 è stato utilizzato per descrivere l’assenza di Era ed Erb. Quando un globulo è in presenza di un antigene che il nostro corpo non ha classificato come nostro, il sistema immunitario si attiva, inviando anticorpi per segnalare la distruzione delle cellule che contengono l’ antigene sospetto.
In rari casi, in gravidanza può accadere che i tessuti del feto vengano riconosciuti come estranei e pertanto aggrediti. Gli anticorpi generati passano mediante la placenta, portando alla malattia emolitica nel nascituro. Oggi diversi metodi vengono implementati per prevenire o trattare la malattia emolitica nei neonati.
La manifestazione sporadica di questi rari anticorpi ha reso elusiva la comprensione medica. Il team di ricerca guidato dalla sierologa Nicole Thornton del National Health Service Blood and Transplant (NHSBT) del Regno Unito ha analizzato il sangue di 13 pazienti con gli antigeni sospetti. Hanno identificato cinque variazioni negli antigeni Er: le varianti conosciute Era, Erb, Er3 e due nuove Er4 ed Er5. Sequenziando i codici genetici dei pazienti, gli esperti sono stati in grado di individuare il gene che codifica le proteine della superficie cellulare.
Si tratta di un gene già familiare alla scienza medica: PIEZO1. Il gene è già associato a diverse malattie conosciute. Sono stati confermati i risultati eliminando PIEZO1 in una linea cellulare di eritroblasti, un precursore dei globuli rossi, e testando gli antigeni. PIEZO1 serve per aggiungere l’antigene Er alla superficie della cellula. Questo studio mette in evidenza la potenziale antigenicità anche di proteine molto poco espresse e la loro rilevanza per la medicina trasfusionale.
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