Accumulo di grasso addominale: cos’è e come si constrasta
Il trascorrere del tempo “trasforma” sia sugli uomini sia sulle donne. Tra le caratteristiche più evidenti c’è la classica “pancetta”. Dopo la mezza età, l’accumulo di grasso addominale – sotto e intorno all’ombelico – è soprattutto una caratteristica delle donne che spesso coinvolge anche coloro che in passato erano sempre state magre o ingrassavano soltanto su cosce e fianchi. Il fenomeno interessa la maggioranza delle donne a partire dagli anni subito precedenti la menopausa L’arrivo della menopausa fa cessare l’attività delle ovaie e provoca un calo drastico degli ormoni femminili nel corpo.
Per via di questo calo si verifica una maggiore tendenza ad immagazzinare i grassi assunti con l’alimentazione. Il corpo ha cellule adipose che sono metabolicamente attive, capaci di produrre in parte gli estrogeni che vengono a mancare. Le cellule adipose sono quelle che si formano nella cavità addominale e che si localizzano dentro e attorno ad organi, vasi sanguigni e muscoli. Per compensare la perdita di estrogeni, quando si ingrassa, l’organismo di una donna in menopausa privilegerà la produzione di cellule adipose localizzate nel girovita. Il loro accumulo induce nel metabolismo un cambiamento che porterà a una ridotta capacità di sfruttare i grassi: il primo gradino verso una minore possibilità di bruciare anche gli zuccheri. Un circolo vizioso che porta molte donne ad ingrassare più facilmente, e a farlo in modo localizzato sul girovita.
Le conseguenze non sono simili per ciascuna donna. L’incremento del peso sarà molto minore in chi è meno predisposto geneticamente a mettere su chili e maggiore in chi ha la tendenza a ingrassare in generale. Attorno ai 45 anni si entra in una fase in cui, quello che si mangiava sino a poco tempo prima senza conseguenze sulla linea comincia ad appesantirla. Il grasso addominale che si sviluppa con la menopausa produce sostanze pro-infiammatorie, pro-tumorali e favorisce la comparsa dell’aterosclerosi. Caduta la protezione degli ormoni, la donna risulta più esposta al rischio di alcune malattie, in particolare quelle osteoarticolari e quelle cardiovascolari, arrivando quindi, dopo i 60 anni, a raggiungere un rischio pari a quello dei maschi.
Ma bisogna intervenire! È necessario trovare un nuovo equilibrio non solo tra cibo ingerito e calorie consumate, ma puntando soprattutto sulla qualità degli alimenti e incrementando l’esercizio fisico. La dieta è fondamentale. Lo sforzo va fatto sulle quantità e sui cibi salutari. Ma la dieta da sola non basta. Dopo la menopausa fare attività fisica diventa fondamentale. La ginnastica non serve solo a spendere energia, ma anche ad indurre un metabolismo più favorevole al consumo di grassi e zuccheri, fattore che aiuta a mantenere il peso basso. Per contrastare la pancetta si deve agire su tutto il fisico con gli allenamenti giusti, ponderati anche in base all’età e alle caratteristiche delle singole persone. Anche gli interventi sulle abitudini alimentari vanno programmati e illustrati da specialisti, come il monitoraggio della menopausa, perché ogni donna ha una sua storia di patologie pregresse e le terapie devono essere individuali.