Salute

Chi usa sigarette elettroniche e narghilè mette a rischio soprattutto le vie aeree superiori

Nuovi studi confermano come i pericoli derivanti per la salute possono variare anche in base al modo in cui si consuma il tabacco. In base a degli studi americani chi usa sigarette elettroniche e narghilè mette a rischio soprattutto le vie aeree superiori perché esala dal naso, mentre chi preferisce le sigarette tradizionali fa fuoriuscire il fumo in particolare dalla bocca. Cambia il tipo di malattie che potrebbero sviluppare, ad iniziare dal cancro. I tumori di cavità nasale, seni paranasali e gola sono più frequenti negli svapatori rispetto ai tabagisti.

I tumori dei seni nasali e paranasali sono patologie rare. Nel nostro Paese sono stimabili fra i 300 e i 400 nuovi casi ogni anno. “Sono caratterizzati da una ricca variabilità di sottotipi istologici, che richiedono spesso trattamenti diversi, mirati proprio in base al singolo istotipo” spiega Mohssen Ansarin, direttore del Programma testa-collo e Divisione di Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico facciale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “Questi fattori, la rarità e l’alta variabilità istologica, li rendono neoplasie di difficile inquadramento diagnostico e terapeutico che devono essere trattati in centri specializzati”.

Tra i fattori di rischio certi c’è l’esposizione a polveri del legno e del cuoio che può provocare un particolare adenocarcinoma che è l’istotipo più frequente in Italia e in Europa, ed è stato riconosciuto come malattia professionale. Si stanno poi valutando i pericoli derivanti da nichel, arsenico o fumi di saldatura e Papillomavirus (o Hpv) per la seconda forma più comune, il carcinoma squamocellulare. “Il fumo, seppure in minor misura rispetto alle altre sedi (come bocca, laringe, polmoni o vescia, per esempio), fa certamente salire il pericolo di sviluppare tumori delle cavità nasali” aggiunge Ansarin.

Diverse ricerche, inclusa la più recente a cura della Grossman School of Medicine dell’Università di New York, hanno evidenziato che anche e-cig e narghilè espongono il sistema respiratorio a alti livelli di nicotina, monossido di carbonio e altre sostanze chimiche tossiche. In aggiunta, in base all’ultima indagine su 341 fumatori maschi e femmine, gli svapatori emettono il fumo più dal naso (il 63% degli uomini e il 50% delle donne) rispetto ai fumatori tradizionali (22%).

Quali sono i sintomi da non trascurare per i tumori del naso? “Si tratta di una forma di cancro che diventa purtroppo sintomatica in fase tardiva, quando la neoplasia ha avuto modo di svilupparsi portando a un’ostruzione dello spazio respiratorio nasale” risponde Ansarin. “I sintomi più comuni sono quindi il peggioramento della respirazione nasale in un soggetto precedentemente asintomatico, la comparsa di sanguinamento (epistassi), il dolore, per lo più descritto come senso di peso a livello mascellare o frontale, un cambiamento dell’olfatto che può diminuire (iposmia) o sparire (anosmia) o modificarsi con la presenza di cattivo odore (cacosmia). Sono sintomi comuni, che possiamo vivere in corso di banali raffreddori o sinusiti, e quindi spesso sono sottovalutati fino a un peggioramento. Il campanello d’allarme che deve sempre indurre a una valutazione più approfondita è la monolateralità di questi sintomi, quindi la comparsa del disturbo a carico di una sola delle due fosse nasali”.

Prima si arriva alla diagnosi, maggiori sono le probabilità di guarire e di cure meno invasive. Le terapie vengono stabilite in base al particolare istotipo presente nel singolo paziente nell’ottica della medicina personalizzata. L’intervento è oggi l’arma terapeutica più usata ed efficace. “L’avvento della chirurgia endoscopica endonasale, che si avvale di telecamere e strumentazione specifica, ha permesso di evitare approcci chirurgici più invasivi e gravati da sequele funzionali ed estetiche, pur garantendo gli stessi risultati in termini di radicalità oncologica. La radioterapia e la chemioterapia sono invece utilizzate sia come trattamento adiuvante dopo la chirurgia, sia come trattamento di scelta per alcune rare neoplasie come il carcinoma indifferenziato o quello neuroendocrino che si presentano spesso in stadio avanzato e che per la loro specifica biologia sono caratterizzati da una buona sensibilità a queste terapia”.