Uno stile di vita sano protegge non solo la salute ma anche la fertilità
La fertilità è un bene da tutelare e preservare sin dall’infanzia. Non tutti sanno che banali infezioni contratte in infanzia e giovane età, se trascurate, possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità. Il fumo, l’obesità o l’eccessiva magrezza, diverse sostanze ambientali, la sedentarietà e perfino l’eccessiva attività fisica sono alcuni tra i principali fattori di rischio modificabili, capaci di influenzare la salute sessuale e riproduttiva di un individuo.
Ogni donna nasce con un numero predefinito di cellule uovo (riserva ovarica) che, con il passare del tempo, si riduce fino ad esaurimento. La fertilità della donna risulta massima tra i 20 e i 30 anni, subisce poi un primo calo significativo, anche se graduale, già intorno ai 32 anni e un secondo più rapido declino dopo i 37 anni, fino ad essere prossima allo zero negli anni che precedono la menopausa, che in genere si verifica intorno ai 50 anni. (Per questo motivo la fertilità delle donne diminuisce a partire dai 30 anni con un calo significativo già dopo i 35 anni)
Una coppia che dopo un anno di rapporti regolari e non protetti non riesce a concepire è in genere considerata infertile. Non bisogna dimenticare, però, che una non trascurabile percentuale di coppie riesce ad avere un figlio dopo due anni di tentativi, per cui molti preferiscono parlare di infertilità dopo 24 mesi (secondo i criteri della Organizzazione Mondiale della Sanità). Complessivamente, l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie. Le cause dell’infertilità sono numerose e di diversa natura. Per alcune di esse si può intervenire con diagnosi tempestive, cure farmacologiche e terapie adeguate, ma anche soprattutto con la prevenzione e l’informazione.
Nel corso degli ultimi anni si è registrato un incremento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva. Tra queste, le infezioni sessualmente trasmesse, comuni per donne e uomini, sono tra le maggiori cause di infertilità maschile e femminile. Tra le donne sono aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie.
Tra gli uomini aumentano invece le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche. Sono in aumento anche i nuovi fattori di rischio dell’infertilità, quali l’obesità, i disturbi del comportamento alimentare, l’abuso di alcool, fumo e droghe, il doping nelle palestre e gli interferenti endocrini ambientali, come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi.
Fonte: salute.gov.it