“Holy”: l’album d’esordio di Holy 420
Da venerdì 4 giugno sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali “Holy”, l’album d’esordio di Holy 420 prodotto da Tommygothewaves.
Holy è un viaggio introspettivo nella mente e nel corpo dell’artista in questione. In un mondo dove ormai l’apparenza ha preso il sopravvento sulla musica, lui vuole distinguersi rimanendo sé stesso e mettendo al primo posto i sentimenti. Mettersi a nudo è il fulcro su cui gira attorno il progetto, non aver paura di dire un “ti voglio bene” o semplicemente piangere in momenti di debolezza.
Spiega l’artista a proposito del suo album d’esordio: «In questo progetto l’artista si mostra per la persona che è sempre stata, e lo fa con sincerità, senza badare al giudizio che le altre persone possano avere di lui. Il suo scopo è proprio quello di insegnare all’ascoltatore a fare la stessa cosa, eliminando la paura di non piacere agli occhi di chi ci guarda. La vita è troppo breve per cercare di assomigliare a qualcun altro».
Holy si inserisce in un periodo d’oro per il giovane talento torinese, il quale è deciso a confermare le proprie potenzialità dopo le tracce “Sbatti” e “Scooter”. Nonostante la concorrenza, soprattutto nel panorama emergenti, Holy 420 è deciso ad esprimersi senza compromessi, adottando anche nell’album ufficiale lo stile che lo ha sempre contraddistinto, mostrando la propria empatia e capacità di usare la musica per lasciarsi andare e mostrare a 360 gradi il proprio lato introspettivo. Holy 420 è senza ombra di dubbio una delle novità più interessanti di questo 2021, confermando più che mai la scena underground torinese come una delle più calde
Biografia
Andrea Leo, artista classe ‘99, cresce nelle periferie di Torino. Si avvicina al mondo Rap nel 2017 sviluppando i suoi primi progetti indipendenti, come Holy Hell. Nel 2020, inizia un nuovo percorso con RKT Production con il nome di Holy 420 affiancato dal suo producer Tommygothewaves. Tra le presenze più importanti il Reload Music Festival 2019 e il concerto di San Matteo con Boro Boro e Shiva. Racconta la periferia con un occhio spesso conscious e disilluso, i sentimenti sono alla base delle sue tracce.