Un’importante innovazione a servizio della salute. La fotocamera degli smartphone Android servirà anche a monitorare la respirazione e il battito cardiaco come fosse uno smartwatch. Lo ha reso noto Shwetak Patel, director of Health Technologies di Google Health, annunciando che la novità sarà disponibile dal prossimo mese sui telefoni Pixel, per poi approdare anche su altri dispositivi Android. Così miliardi di utenti potranno monitorare i propri parametri vitali in qualsiasi momento, nel giro di pochi tocchi sullo schermo. Infatti basterà accedere all’app proprietaria Fit e seguire le indicazioni fornite. A garantire l’accuratezza delle rilevazioni, appositi studi clinici che verranno presto pubblicati dall’azienda e sottoposti a peer review.
In assenza di sensori assimilabili a quelli dei dispositivi wereable, per verificare la frequenza respiratoria sarà necessario mantenere lo smartphone in posizione verticale e inquadrarsi dalla testa alle spalle per 30 secondi. In questo modo la fotocamera capterà i movimenti del petto e li assocerà ai singoli respiri. Secondo quanto dichiarato da Jiening Zhan, membro del team di Google Health, pur essendo così all’apparenza semplice il sistema ha un margine di errore di un solo respiro al minuto sia per le persone in salute che per quelle con problemi respiratori.
Stupisce ancor di più il modo in cui Fit osserverà il battito cardiaco. All’utente sarà chiesto di appoggiare un dito sulla lente posteriore e di tenerlo in posizione per qualche secondo. Mediante le microvariazioni cromatiche del polpastrello dovute al passaggio del sangue, la fotocamera riuscirà a misurare la frequenza con altrettanta precisione (margine d’errore del 2%). Importante in questo senso sottolineare come il colore della pelle non influenzerà il processo, dato che l’affidabilità si è rivelata uguale per tutti: dagli utenti con la carnagione più chiara a quelli con la carnagione più scura. In quanto la stessa funzione era stata già implementata da Samsung tra il Galaxy S5 e il Galaxy S10. Inoltre è inclusa in diverse app scaricabili dagli store digitali.
Nella sua nota è stato lo stesso Patel a precisare che “queste rilevazioni non sono intese per sostituire diagnosi mediche o per valutare condizioni mediche”. Sono state pensate solo “per essere utili alle persone che usano l’app Fit a monitorare e migliorare il proprio benessere quotidiano”. “Nell’assistenza sanitaria il percorso non finisce tra le quattro mura all’ospedale, ma prosegue mentre si vive la propria vita di tutti i giorni. Essere quindi in grado di ottenere un feedback e di misurare il proprio stato di salute è molto importante”. Il tutto garantendo la necessaria privacy, poiché ogni elaborazione sarà effettuata all’interno del dispositivo, senza passare dal cloud. L’obiettivo è estendere il servizio “a quante più persone possibile”.
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