Prima di partire per le vacanze e prima che gli studi chiudano per le ferie estive, meglio fare un controllo dal dentista e terminare i trattamenti iniziati prima della pandemia perché la salute della bocca non può aspettare. Secondo le stime della Società italiana di parodontologia e implantologia, almeno 10 milioni di italiani hanno avuto disturbi a denti e gengive ma solo il 10% ha potuto o voluto andare dal dentista per paura del contagio. Tuttavia gli studi si sono attrezzati e garantiscono percorsi di cura sicuri secondo le linee guida del Ministero della Salute.
Da sempre lo studio dentistico è stato gestito come una sala operatoria soprattutto per la decontaminazione ambientale. Si usano sistemi automatici che atomizzano nell’aria una soluzione disinfettante in grado di depositarsi su tutte le superfici disattivando microorganismi più resistenti del coronavirus. Molti pazienti, nonostante le procedure di protezione, hanno paura di potersi contagiare. Il rischio zero non esiste, nonostante tutte le precauzioni, però, bisogna considerare la quantità e la qualità delle procedure di protezione messe in atto, che sono ingenti. Inoltre i dentisti si sottopongono, a cadenza regolare, ai test sierologici.
La prima fase del protocollo di sicurezza in odontoiatria è quello del triage telefonico. Quando il paziente arriva, gli viene misurata la temperatura tramite termoscanner, gli vengono consegnati dei calzari monouso e della soluzione idroalcolica per disinfettare le mani e poi compila un questionario Covid. Sia prima di una visita che subito dopo, l’ambiente operativo viene preparato in modo da ridurre al massimo il rischio di contaminazione. La poltrona, le faretre, le lampade e le sedute vengono coperte con il cellophane, che viene sostituito tra una seduta e l’altra prima di procedere alla disinfezione. Una volta che il paziente se ne è andato si procede con la disinfezione degli ambienti e dello strumentario. Vengono disinfettati gli schermi facciali e viene eliminato il materiale monouso. Nelle ore meno calde si lavora con le finestre aperte per garantire il massimo ricambio d’aria, se è necessario accendere l’aria condizionata l’ambiente viene areato per una decina di minuti. Vengono sostituiti i manipoli della poltrona, il cellophane viene rimosso e si procede a pulire e disinfettare tutto l’ambiente per poi sanificare con un sistema misto vapore/disinfettante utilizzato anche in ambiente ospedaliero che permette di raggiungere anche superfici irregolari e difficilmente pulibili.
Le precauzioni continuano anche quando si fa accomodare il paziente in poltrona. A quel punto, gli si fa togliere la mascherina e gli si fa indossare camice e cuffia monouso. I dentisti e le assistenti tolgono le mascherine chirurgiche e indossano mascherine Ffp2, schermi facciali, guanti, camici monouso, calzari e cuffie in Tnt per proteggere sé e il paziente. Se possibile si cerca di limitare le prestazioni che comportino la produzione di aerosol, sempre per ridurre le possibilità di contaminazione e di eventuale infezione. Si procede con la terapia utilizzando aspirazioni chirurgiche potenti a due vie che aspirano l’aerosol residuo dall’area di lavoro.
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