È stato pubblicato su GeroScience, rivista dell’American Aging Association, un position paper sul rapporto tra COVID-19 e patologie cardiache a cura della Società Italiana di Ricerche Cardiovascolari (SIRC), presieduta dal professor Tommaso Angelone (Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha reso disponibile la pubblicazione in open access sul proprio sito, per la sua rilevanza nella lotta al Coronavirus responsabile del COVID-19.
Il lavoro ha avuto come obiettivo quello di discutere i principali meccanismi cellulari, molecolari e clinici attraverso i quali il virus SARS-CoV-2 può portare a gravi conseguenze a carico del sistema cardiovascolare. Gli autori hanno evidenziato come l’invecchiamento, il sesso, la tempesta di citochine infiammatorie, l’ipossiemia e l’inquinamento atmosferico, noti fattori di rischio cardiovascolare, siano associati ad una peggiore prognosi per il paziente affetto da COVID-19.
I ricercatori hanno inoltre affrontato l’impatto di farmaci attualmente in uso nella terapia cardiovascolare sul decorso clinico del paziente con patologia COVID-19. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante vista la diffusa preoccupazione per il potenziale aumento di un rischio correlato ad alcuni di questi farmaci (quali gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, ACE-i e i bloccanti del recettore dell’angiotensina, ARBs) in pazienti esposti alla malattia da SARS-CoV-2. L’emergente preoccupazione che questi farmaci possano aumentare non solo il rischio di infezione da SARS-CoV-2 ma anche la severità della patologia, ha spinto la Società ad assumere una posizione importante allo scopo di chiarire molti punti controversi emersi nell’ultimo periodo in tal contesto.
Secondo la posizione della Società, comprendere a fondo quei meccanismi responsabili del peggioramento della condizione clinica dei pazienti con patologie cardiovascolari affetti da COVID-19 è fondamentale per la formulazione di terapie che preservino la funzione del cuore e dei vasi. Questo aspetto è di particolare rilevanza poiché terapie cardioprotettive mirate possono contribuire in modo significativo ad incrementare l’aspettativa di vita del paziente cardiopatico affetto da COVID-19 in attesa di un vaccino efficace.
Al lavoro hanno contribuito la dottoressa Teresa Pasqua (componente del direttivo della Società) e il dottor Carmine Rocca (membro della Società), entrambi ricercatori operanti presso l’Università della Calabria, Laboratorio di Fisiopatologia Cellulare e Molecolare Cardiaca -Unità operativa dell’Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari (INRC) del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra.
Sono autori dello studio anche i professori. Francesco Moccia, Andrea Gerbino, Vincenzo Lionetti, Michele Miragoli, Luca Munaron, Pasquale Pagliaro, Claudia Penna e Michele Samaja.
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