E’ un successo per Zoom. Eric Yuan ora deve però fare i conti con i problemi della sua piattaforma. I primi risultati potrebbero presto concretizzarsi con importanti novità che dovrebbero presto assicurare la fine del fenomeno dello zoombombing e l’introduzione di una crittografia end-to-end adeguata. Zoom punta quindi sulla privacy. Impossibile non intervenire dopo il boom registrato negli ultimi mesi. Zoom è passato da 10 milioni a oltre 200 milioni di utenti attivi al giorno (+1.900%).
Zoom ha annunciato tre importanti modifiche attive da subito. La più significativa riguarda le password, che verranno rese obbligatorie per tutte le videoconferenze. D’ora in avanti, quindi, oltre al link della stanza l’host dovrà condividere con gli altri partecipanti anche un apposito codice di autenticazione. Un secondo livello di protezione, quello delle sale d’attesa, sarà inoltre attivato di default proprio per le riunioni che usano i Personal Meeting ID, le più vulnerabili. Di conseguenza, qualora uno sconosciuto riuscisse a risalire all’identificativo e alla password di un utente, a differenza di quanto accaduto in passato si troverà bloccato in attesa di autorizzazione, salvo disattivazione dell’opzione. Infine la condivisione dello schermo, sfruttata dagli hacker per palesare la propria presenza, sarà abilitata di default soltanto per l’host. Ponendo dunque il caso che un malintenzionato riesca a superare i primi ostacoli, o piratarà l’account giusto o non potrà avviare una funzione tanto invasiva.
In merito all’end-to-end, Zoom ha fatto le cose in grande. Infatti ha completato la prima acquisizione della sua storia. Si tratta di Keybase, startup newyorkese specializzata nello sviluppo di questo genere di crittografia. “Sin dal suo lancio nel 2014 – ha scritto Yuan – l’eccezionale team di ingegneri di Keybase ha creato un servizio di messaggistica e file-sharing sicuro. Siamo entusiasti di integrare il team di Keybase nella nostra famiglia affinché possa aiutarci a costruire una crittografia end-to-end in grado di raggiungere l’attuale scalabilità di Zoom”. “Zoom offrirà riunioni crittografate in modalità end-to-end a tutti gli account a pagamento. Gli utenti registrati potranno generare identità crittografiche pubbliche che verranno archiviate in un repository di Zoom e potranno essere utilizzate per stabilire relazioni di fiducia tra i partecipanti”. Un ruolo fondamentale nel convincere Yuan a investire su Keybase lo avrebbe avuto proprio Stamos. “Il nuovo design crittografico sarà qualcosa di totalmente nuovo – ha dichiarato l’ex Facebook a Techcrunch –. La cosa grandiosa di Keybase è che ha già attraversato questo processo di riflessione e quindi di creazione di un design che sia utilizzabile dalle persone normali ma allo stesso tempo funzionale pur essendo piuttosto invisibile”.
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