Scienza e Tecnologia

Come diventare ricercatore oncologico

La lotta contro il cancro rappresenta una delle sfide più impegnative nell’ambito scientifico e della ricerca. La ricerca contro il cancro richiede un’iniezione di risorse umane importante per affrontare le sfide del futuro e garantire percorsi di guarigione o di controllo dell’evoluzione della malattia per il miglioramento della qualità di vita dei malati oncologici. Diventare un ricercatore oncologico è una missione che richiede impegno, sacrifici e molto studio.

Le caratteristiche di un buon ricercatore

Chi desidera intraprendere la carriera della ricerca oncologica deve avere oltre alla oggettiva preparazione e formazione, anche molte doti caratteriali e forti motivazioni. La curiosità e uno spirito investigativo sono le qualità necessarie per impegnarsi nella ricerca oltre a un forte senso della responsabilità verso il proprio lavoro e i collaboratori. La capacità di analisi dei dati è, invece, una qualità fondamentale perché un buon ricercatore non sottovaluta i dettagli o gli elementi apparentemente insignificanti. Lo spirito di osservazione e la capacità di trovare soluzioni anche attraverso percorsi creativi e originali pur nel rispetto dei protocolli scientifici sono aspetti da non sottovalutare nell’attività di ricerca.

L’iter formativo del ricercatore

Dal punto di vista della formazione, la carriera di ricercatore prevede il conseguimento della laurea in una facoltà scientifica, preferibilmente medicina, biologia, chimica, biotecnologie, farmacia. Dopo la laurea, occorre intraprendere un percorso di specializzazione post laurea all’interno di un dipartimento di ricerca presso cui candidarsi come dottorando previo superamento di un esame scritto e orale sulla specializzazione per cui ci si candida. Gli ambiti sono vasti dall’informazione scientifica all’ambito legale, dalla farmacovigilanza al marketing, dalle risorse umane all’analisi in laboratorio. La scelta del dottorato di ricerca dipende molto dalla ricerca che si desidera condurre, ma anche dall’impostazione e dal percorso universitario concluso. Il dottorando junior è solitamente affiancato da un dottorando senior o postdoc. L’obiettivo della ricerca del dottorato è la pubblicazione dei risultati su riviste specializzate che servono ad accumulare credito nel settore. Il percorso di dottorato dura tre anni dopo molte pubblicazioni e una tesi di dottorato finale, successivamente inizia il postdottorato il periodo in cui si può lavorare nei laboratori pubblici e privati per iniziare a costruirsi un curriculum. L’accesso ai laboratori pubblici è tramite concorso per conseguire la qualifica di ricercatore a tempo determinato o indeterminato. Iniziare il percorso di dottorato in un laboratorio privato – come per esempio tramite il programma Sergio Lombroso in collaborazione con l’istituto Scientifico Weizmann in Israele – prevede la possibilità di accedervi con le  borse di studio e avvalendosi di un buon curriculum. Mentre il dottorato si svolge ed è retribuito dalle università, il post dottorato è un percorso indipendente dall’ “accademia”. La scelta di intraprendere il percorso di postdoc in ambito privato significa affidarsi economicamente alle borse di studio, agli assegni di ricerca e a una buona dose di autofinanziamento per promuovere il proprio progetto di ricerca e le sperimentazioni. Il ricercatore post dottorato che, invece, sceglie di proseguire nell’ambito del pubblico, accedendovi tramite concorso, diventa ricercatore a tempo indeterminato all’interno di un laboratorio pubblico, con contratto e retribuzione definiti per legge e che esclude la possibilità dell’insegnamento.

Alessia Scotto

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