Gengive: come difendono da batteri pericolosi
Nelle gengive sono state scoperte cellule sentinella che avvisano la presenza nella bocca di batteri pericolosi e stimolano una risposta immunitaria, con produzione di molecole antimicrobiche che sembrano avere un ruolo difensivo importante dalla malattia delle gengive, la parodontite. Resa nota sulla rivista Nature Communications, la scoperta si deve all’italiano Marco Tizzano, originario della provincia di Verona, ex chef e oggi ricercatore presso il Monell Chemical Senses Center a Philadelphia.
Le cellule chemosensoriali solitarie sono sentinelle gengivali che funzionano in modo intelligente. Possono avvertire il gusto amaro che spesso si associa alla presenza di batteri patogeni pericolosi per il cavo orale. Attivate dalla spia amara, le sentinelle gengivali stimolano il rilascio di molecole antimicrobiche che proteggono le gengive dai patogeni, contribuendo a ripristinare il corretto equilibrio dei batteri (microbiota) del cavo orale. “Queste cellule sentinella – spiega Tizzano all’ANSA – che abbiamo scoperto essere presenti anche nell’uomo (come visto in biopsie di gengive umana) ristabiliscono un eventuale disequilibrio del microbiota, ristabilendo le corrette proporzioni tra differenti microrganismi”.
Lo studio su topi ha dimostrato il loro meccanismo d’azione con degli esperimenti molto eleganti. Ha esposto gli animali 2 volte al giorno ad un collutorio contenente una sostanza ultra amara, il denatonio. In risposta a questa molecola i sensori gustativi dell’amaro delle sentinelle gengivali si sono attivate e per tutta risposta nel cavo orale è aumentata la produzione di molecole anti-microbiche, in particolare di beta difensina la cui concentrazione è raddoppiata. Come contro prova gli scienziati hanno somministrato lo stesso collutorio a topolini privati dei geni per i recettori del gusto amaro. In questo caso non è stata scatenata nessuna reazione delle cellule sentinelle gengivali. “Il nostro studio si aggiunge a una serie di evidenze scientifiche su queste cellule sentinella – afferma Tizzano – e indica che nelle gengive queste cellule sono coinvolte nella regolazione del microbiota del cavo orale”. Si tratta di un meccanismo di difesa in grado di mantenere in equilibrio il microbiota evitando che batteri patogeni prendano il sopravvento.
Un giorno sulla base del profilo genetico dei recettori dell’amaro, sostiene Tizzano, si potrebbe stilare un profilo di rischio individuale per la parodontite. “Inoltre, la nostra volontà è anche – anticipa Tizzano – è fare lo screening di tantissime molecole che attivino queste cellule sentinella, in modo da scegliere le migliori, per esempio come base di collutori e dentifrici per aumentare la possibilità di prevenire la parodontite o anche un gel naturalmente capaci di attivare le sostanze antimicrobiche, da usare ad esempio quando possibile al posto della terapia antibiotica”. Sarà anche interessante valutare se chi mangia molte verdure amare sia meno a rischio di parodontite, conclude.
“Si tratta di uno studio di base molto interessante, paradigmatico della continua evoluzione delle conoscenze in ambito cellulare e molecolare, in particolare sulla risposta agli stimoli infettivi e infiammatori nel cavo orale, che fa della parodontologia una disciplina sempre più fondamentale in cambio biologico e medico, con un potenziale impatto futuro su cura e prevenzione di parodontite e patologie correlate”, spiega Mario Aimetti dell’Università di Torino e presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia. Per tutelare la salute delle gengive, è stato messo a disposizione il numero verde: 800 144979, lanciato in occasione della prima Giornata Nazionale della Parodontite, istituita dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).