Diagnosticare il tumore della prostata sarà tutto più semplice. Attraverso un prelievo di sangue si potrà conoscere lo stato di salute dei pazienti. Il test è stato ideato nei laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità e potrebbe essere in grado di diagnosticare il tumore alla prostata senza ricorrere alla biopsia.
Il metodo è stato messo a punto grazie alla collaborazione tra l’Unità di Neuroimmunologia dell’Irccs Fondazione Santa Lucia e il Dipartimento di Scienze Urologiche del Policlinico Umberto I di Roma. La sperimentazione è stata applicata su 240 campioni, dimostrandone la precisione diagnostica pari al 100% di specificità (nessun falso positivo) e al 96% di sensibilità.
Sino ad oggi il dosaggio della PSA sierica (il dosaggio dell’antigene prostatico specifico) non riusciva a distinguere in modo efficace tra le patologie maligne e quelle benigne che spesso coesistono nello stesso paziente. “Grazie a questo nuovo test – spiega Stefano Fais del Dipartimento Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità – attraverso un semplice prelievo ematico è possibile diagnosticare la natura della neoplasia grazie alla possibilità di caratterizzare e quantificare i livelli plasmatici di exosomi che esprimono la PSA”.
Gli exosomi sono delle vescicole extracellulari di dimensioni nanometriche che la maggioranza delle cellule dell’organismo rilasciano. Infatti servono a trasportare e a scambiare diversi tipi di molecole tra le cellule, tanto da essere considerate ormai la principale sorgente di biomarcatori di malattia. Nel caso del cancro prostatico trasportano una PSA che per molti aspetti è diversa dalla classica PSA solubile presente nel siero.
In base ai risultati dello studio, pubblicati su Cancers, su 100 pazienti 96 potrebbero non avere bisogno di ulteriori approfondimenti diagnostici e con l’allargamento della base dei dati sarà possibile decidere quando sono davvero necessarie ulteriori analisi invasive. Confrontando i valori della PSA sierica con quelli degli EXO-PSA lo studio è riuscito a dimostrare l’elevata sensibilità e la specificità del test rispetto all’incapacità della PSA sierica nel distinguere il cancro della prostata da tutte le altre condizioni, compresa l’iperplasia prostatica benigna.
Saranno possibili studi di screening basati su EXO-PSA sulla popolazione maschile a livello mondiale. “Si tratta di un Test di altissima precisione” assicura Alessandro Sciarra del Dipartimento di Scienze Materno infantili e Scienze urologiche del Policlinico Umberto I. Il test è “vantaggioso innanzitutto per i pazienti che non devono sottoporsi a ulteriori indagini invasive e psicologicamente non devono sopportare lo stress dell’attesa dei risultati. Ma si tratta di dati sperimentali ed è bene chiarire che nessuno nella pratica clinica fa questo test che, anche se molto promettente, dovrà essere confermato da altri studi clinici e approvato dalle linee guida”. Il test, se confermato, potrebbe sostituire il PSA totale ma comunque i pazienti non ridurrebbero l’iter successivo perchè dovranno sempre fare risonanza e biopsia.
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