Collant: sessanta anni e non sentirseli
I collant hanno spento 60 candeline. L’invenzione nacque nel nome dell’amore di coppia. Infatti era il 1953 quando l’americano Allen Gant sr (a capo della Glen Raven Mills) diede ascolto alle lamentele della moglie Ethel Boone, costretta ad accompagnarlo in lunghi viaggi pur essendo incinta. Per lei destreggiarsi tra reggicalze e calze in nylon sul treno era un’impresa. “Ma perché non prendete due calze e le appiccicate a una mutanda?” sbottò la povera Ethel. Pochi anni dopo, nel 1959, il marito metteva sul mercato, accessibile a tutte, il salvavita delle donne che lavorano e che viaggiano.
In questo accessorio si trovano comodità e sensualità, comfort domestico e trasgressione. Pochi anni dopo il lancio, la minigonna inventata da Mary Quant farà dei collant lo strumento primario dell’unica vera rivoluzione novecentesca del costume.
Il collant mise insieme provocazione e comodità. In Italia, nel 1968, un paio costava circa mille lire. “Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre” affermò Truffaut in L’uomo che amava le donne, quasi dieci anni dopo. Woody Allen in James Bond 007 – Casino Royale sognava “essere il collant di Ursula Andress”.
Julia Roberts-Pretty Woman ricorse all’accessorio con malizia. “Tesoro, mi si è smagliato il collant”. Poi sussurrava. “Io non lo porto il collant”. Sempre nel 1990 Gorbaciov lanciò la grande riforma economica nel segno della Perestrojka promettendo: “Sapone, salame e collant”. Negli ultimi anni la comodità ha vinto sulla seduzione autoreggente e intorno ai collant fioriscono novità tecnologiche, dalla supermolecola hi-tech al tessuto antiproiettile. Mode, tendenze. Sessanta anni e non sentirseli per il collant, una vera e propria rivoluzione senza tempo.