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Milano 2030 idee per la città del futuro

Milano 2030 idee a confronto per una città di un futuro non troppo lontano. C’è chi ha immaginato Loreto in verde, chi vorrebbe una high line sui binari della stazione Centrale e chi vedrebbe bene una piscina olimpica a Molino Dorino. Sono 35 le proposte arrivate all’Amministrazione nell’ambito della call for ideas. Questa è stata lanciata con l’obiettivo di immaginare la Milano del 2030 attraverso progetti in grado di riqualificare lo spazio pubblico a partire dalle piazze, dai nodi di interscambio, dalle aree dismesse e da quelle che il Piano di Governo del Territorio vuole rivitalizzare con l’insediamento di Grandi Funzioni Urbane.

Tante le idee lanciate per piazzale Loreto, esposte in questi giorni anche sul muro ferroviario di via Ventimiglia nell’ambito della mostra “Milano 2010-2030 #20yearschallenge”. Dal Mall in continuità con l’asse Baires e Monza-Padova di PrassiCoop al “sovraparco” dell’arch. Brembilla, un’area verde racchiusa in una calotta rovesciata sulla piazza, passando per la grande rotatoria pedonale de “la città permeabile” proposta da Viel e dal progetto Ecoritmi pensato dal team guidato dall’arch. Lista che estende la riqualificazione a corso Buenos Aires, piazza Lima e piazza Argentina.

A Bisceglie secondo l’arch. Cucinella, in continuità con il progetto Sei Milano che ha già progettato sull’area, potrebbero nascere uno Sport Park e un’oasi urbana, proseguendo il modello di sviluppo della “città giardino”. Lotto potrebbe diventare un’area di “training urbano” secondo l’ipotesi di Prisma Landscape, mentre Corvetto potrebbe migliorare la propria viabilità con la demolizione del Cavalcavia nei disegni di Urban Curator Tat.

Largo poi all’immaginazione per piazza Trento, ridisegnata più sostenibile e verde dallo studio Viel, e per la stazione Centrale, pensata come una high line verde alla newyorkese dal Team Hypereden. Porto di Mare, per Immdesignlab potrebbe essere un ecodistretto ad alte prestazioni energetiche. C’è poi la Bovisa, che secondo le suggestioni di Euromilano potrebbe rinascere a partire dalla rigenerazione di piazza Alfieri e dell’area ex Montedison, mentre per Arco Associati potrebbe diventare una città della scienza.

Milano Porta Verde 2030 è invece il nome del masterplan presentato da un team guidato da Carlo Venegoni e ideato con alcuni partner tra cui Politecnico e CasciNet per un parco agroforestale con finalità produttive nell’area di sviluppo del progetto Openagri, tra Vaiano Valle e il Vigentino.Piazza D’Armi, dove il PGT prevede di destinare almeno il 50% della superficie a verde, è disegnata dall’arch. Marco Cattaneo come una grande area boschiva, mentre tra gli edifici da rigenerare c’è l’ex Fonderia Tagliabue, che per il team guidato dall’arch. Pendeva potrebbe diventare un nuovo centro polifunzionale per il quartiere Lambrate.

Infine la proposta di Bellini Architects e Ranzani Architetto, che immagina di realizzare sette “torri dell’energia”, contenitori di cultura e sapienza in alcune aree strategiche della città.Largo poi all’immaginazione per piazza Trento, ridisegnata più sostenibile e verde dallo studio Viel, e per la stazione Centrale, pensata come una high line verde alla newyorkese dal Team Hypereden. Porto di Mare, per Immdesignlab potrebbe essere un ecodistretto ad alte prestazioni energetiche. C’è poi la Bovisa, che secondo le suggestioni di Euromilano potrebbe rinascere a partire dalla rigenerazione di piazza Alfieri e dell’area ex Montedison, mentre per Arco Associati potrebbe diventare una città della scienza.

Milano Porta Verde 2030 è invece il nome del masterplan presentato da un team guidato da Carlo Venegoni e ideato con alcuni partner tra cui Politecnico e CasciNet per un parco agroforestale con finalità produttive nell’area di sviluppo del progetto Openagri, tra Vaiano Valle e il Vigentino. Piazza D’Armi, dove il PGT prevede di destinare almeno il 50% della superficie a verde, è disegnata dall’arch.

Marco Cattaneo come una grande area boschiva, mentre tra gli edifici da rigenerare c’è l’ex Fonderia Tagliabue, che per il team guidato dall’arch. Pendeva potrebbe diventare un nuovo centro polifunzionale per il quartiere Lambrate. Infine la proposta di Bellini Architects e Ranzani Architetto, che immagina di realizzare sette “torri dell’energia”, contenitori di cultura e sapienza in alcune aree strategiche della città.

Redazione

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