Torniamo amici: a Milano mostra ispirata dalle parole di Paolo VI
Paolo VI nella Cappella Sistina alla presenza di pittori, scultori, musicisti, poeti, scrittori, ha chiesto: “Rifacciamo la pace? Vogliamo ritornare amici?”. Queste parole hanno ispirato “Torniamo amici”. La mostra è realizzata dalla Galleria d’arte sacra dei contemporanei (Gasc). Gode del patrocinio della Diocesi di Milano e dell’Associazione musei ecclesiastici italiani. E intende raccontare, da vari punti di vista, l’intensa e duratura relazione fra San Paolo VI e gli artisti. Cinquanta lavori, tra dipinti, disegni, sculture, bozzetti, grafiche, raramente esposti al pubblico o del tutto inediti, pertinenti alla Galleria milanese stessa, ma provenienti anche dai Musei Vaticani e dalla Collezione Paolo VI di Concesio, di autori che sono stati protagonisti del panorama culturale italiano della seconda metà del ventesimo secolo.
L’interesse di Paolo VI per l’arte, del resto, non fu occasionale né limitato nel tempo
Giovane sacerdote e brillante studente, Giovanni Battista aveva “scoperto” i saggi su arte e scolastica di Jacques Maritain (di cui rimarrà amico per tutta la vita), diffondendoli tra gli universitari della Fuci e arrivando a comporre nel 1931 un vero e proprio “Manifesto per l’arte sacra futura”. Fu a Milano, nel 1955, che il neo arcivescovo ebbe l’occasione di venire in contatto e instaurare un rapporto di amicizia e di collaborazione con un gruppo di artisti attenti a coniugare i temi del sacro con i linguaggi espressivi del Novecento.
Luogo di tale incontro fu Villa Clerici, la nobile dimora di Niguarda dove la Compagnia di San Paolo, accanto alla Casa di redenzione sociale, aveva inaugurato una galleria dedicata all’arte sacra, ma “contemporanea”, mediante il contributo di alcuni dei nomi più in vista dell’epoca. Artefice di tutto ciò era Dandolo Bellini, il cui entusiasmo e la cui competenza colpirono subito Montini, che una volta diventato Pontefice lo chiamerà per realizzare una simile collezione anche in Vaticano.
Torniamo amici: la mostra
Di quel “cenacolo” ambrosiano facevano parte artisti come Aldo Carpi, docente all’Accademia di Brera e sopravvissuto all’orrore dei campi di sterminio nazisti; Francesco Messina e Luciano Minguzzi, tra i maggiori scultori del secondo dopoguerra; Silvio Consadori e Luigi Filocamo, pittori di primissimo piano, capaci di rielaborare con sensibilità moderna la bimillenaria tradizione cristiana; Lello Scorzelli ed Ettore Calvelli, la produzione medaglistica è ancor oggi ammirata per qualità e bellezza; Floriano Bodini, “ritrattista” per eccellenza di Paolo VI; Trento Longaretti, autentico interprete dello spirito del Concilio Vaticano II, recentemente scomparso dopo aver festeggiato il secolo… Senza dimenticare altri autori come Angelo Biancini, mosaicista di una raffinatezza pari a quella di Eros Pellini nel plasmare forme e figure; o lo stesso Enrico Manfrini, che aveva il suo studio proprio in Villa Clerici, oggi “ereditato” da Mario Rudelli.
Artisti, tutti, di cui la rassegna milanese in corso presenta grandi opere accanto a lavori meno noti, ma legati direttamente alla sensibilità e al magistero di Paolo VI. Insieme alla gentile e accurata mano femminile di Dina Bellotti, la cui litografia con papa Montini che sorridente alza le mani ad abbracciare idealmente il mondo intero diventa immediato quanto efficace manifesto della mostra stessa.
La mostra alla Galleria d’arte sacra dei contemporanei (Milano, via Terruggia, 14) è visitabile fino al prossimo 14 aprile. Questi sono gli orari: giovedì (15-20), venerdì (15-18), sabato e domenica (10-18). Ingresso (museo e mostra): 7 euro (scuole e parrocchie: 3 euro). Per informazioni: tel. 02.6470066, www.villaclerici.it.