Salute

Perché bere alcol fa sempre male

Fa sempre male bere alcol. Lo ribadisce un articolo pubblicato su Lancet che riporta i risultati di uno dei più grossi studi mai condotti sul tema. Non esiste una soglia di sicurezza che permetta di consumare bevande alcoliche senza consegue negative per la salute.

I ricercatori della University of Sheffield hanno analizzato centinaia di studi sull’assunzione di alcol, condotti in 195 paesi tra il 1990 e il 2016. L’incrocio dei dati ha documentato che fino al 2,2% delle donne e il 6,8% degli uomini muoiono ogni anno a causa di problemi di salute legati al bere. Inoltre è emerso come bere alcol anche una volta al giorno aumenta dello 0,5% il rischio di sviluppare una patologia come cirrosi, malattie cardiovascolari e tumori.

Bere alcol fa male: le conclusioni scientifiche

“La ricerca ha scoperto che qualsiasi livello di consumo di alcol è associato con un maggiore rischio di ammalarsi. Anche dopo avere considerato che bere moderatamente può proteggere da alcune patologie cardiache”, ha dichiarato Colin Angus, ricercatore presso lo Sheffield Alcohol Research Group. Infatti più di uno studio ha messo in luce che un consumo moderato di drink alcolici può avere effetti positivi per la salute. Il team di Sheffield ha tenuto conto di queste evidenze. Tuttavia è arrivato alla conclusione che tali benefici vengono compensati dagli svantaggi, che possono manifestarsi anche ad anni di distanza.

Nei paesi ad alto reddito i più comuni decessi legati all’alcol sono da attribuire ai tumori. Invece nelle Nazioni a basso reddito i colpevoli principali sono la tubercolosi, la cirrosi e le malattie croniche del fegato. Nei paesi a reddito medio la mortalità è collegata all’ictus.

I consumatori sono invitati a tenere in considerazione le incognite legate al bere alcol. “È importante notare che molte attività quotidiane, come ad esempio la guida, implicano rischi che riteniamo accettabili; studi come questo possono aiutare le persone a fare scelte più attente sui rischi che desiderano prendere”, concludono gli scienziati.

Redazione

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