E’ notizia non molto edificante, ma purtroppo vera, che nel nostro paese una percentuale di coppie che arriva sino al 20% ha seri problemi ad avere figli.
Questo dopo tentativi di avere un bambino che arrivano sino a due anni, sino ad arrivare alla constatazione che uno dei due partner soffre di problemi di fertilità.
Le conseguenze di questi fallimenti si vedono nel campo emotivo e nei rapporti interpersonali, con conseguenze come mancanza di fiducia in se stessi, svilimento personale e simili, con conseguenze che arrivano sino a crisi a volte culminanti in separazioni.
Se da un lato questi avvenimenti possono essere considerati sotto certi aspetti come giustificabili, almeno sotto l’aspetto dell’emotività, si trascura quale può essere la soluzione ovvero l‘innovativa fecondazione assistita che è indubbiamente può rappresentare una soluzione in questi casi.
Una delle prime cose da fare appunto accingendosi a fare azioni pratiche per risolvere la situazione, è di consultare un medico specializzato (un ginecologo) e informarlo di tutti i dettagli che riguardano la propria storia medica sia personale che ereditaria (cioè dei genitori) e le varie cose provate per cercare di avere un bambino.
Non è una cosa trascurabile, anche se può sembrare di importanza relativa, il medico dopo tutto è un professionista competente nella sua materia e dovrebbe sapere il fatto suo e con le giuste informazioni può arrivare a capire meglio la situazione e di conseguenza anche aprire la strada ad un rimedio.
Una cosa comunque di una certa importanza in tutto questo percorso di fecondazione assistita tramite inseminazione artificiale è l’età del partner femminile della coppia, sarebbe decisamente meglio che fosse di una età non superiore a 35 anni, dopo l’età può diventare un ostacolo.
Un passo successivo a quello appena elencato, saranno probabilmente delle analisi mediche suggerite dal medico ginecologo per appurare vari fattori che potrebbero essere rilevanti.
Le analisi normalmente saranno quelle del sangue, malattie infettive, ecografie agli organi interessati e non sarà solo la donna l’interessata di questi esami, anche l’uomo dovrà sottoporsi a tutta una serie di analisi che riguardano ovviamente l’aspetto maschile.
In base agli esiti di tali analisi potranno essere richieste ulteriori analisi più approfondite, ad ogni modo, il centro di fecondazione assistita a cui la coppia si rivolgerà potrà richieder gli esami che secondo loro saranno i migliori e i più utili per poter risolvere la situazione di infertilità.
Ovviamente non saranno esami casuali saranno giustificati da risultati ed esperienza, il fatto che ogni centro possa scegliere quali sono quelli più adatti dipende indubbiamente dai due elementi appena elencati.
Una volta ottenuti gli esiti degli esami il medico potrà stabilire quale deve essere il passo successivo nel percorso di fecondazione assistita, uno dei più semplici è lo stimolo del processo di ovulazione.
Tale processo viene eseguito generalmente quando i due partner non presentano precise difficoltà sul soggetto dell’essere fertile o meno, ma anche nel caso in cui la donna abbia problemi con diversi aspetti del ciclo mestruale e una prima fase di questo processo viene fatto tramite farmaci.
Una volta che il processo di stimolazione dell’ovulazione avviene, il ginecologo potrà poi suggerire quale giorno è il migliore per ottenere una fecondazione naturale in tutto questo processo di inseminazione artificiale.
A chi può interessare e a titolo accademico diciamo che i farmaci usati in questa fase del processo vengono anche usati per la fertilizzazione in vitro ma con una potenza minore.
Se questo processo di fecondazione assistita non da i risultati desiderati si procede con altre tecniche quali la fecondazione dal vivo e la fecondazione in vetro incluso la gestione di ovuli e spermatozoi dall’esterno (cioè non nel corpo della persona).
Non ci si limita a queste tecniche se non si raggiungono i risultati, ovvero la gravidanza, si possono trasferire nelle tube gli spermatozoi e gli ovociti.
Nel nostro paese, per quanto riguarda la fecondazione assistita, ci si affida molto all’inseminazione intrauterina, che appunto serve per provocare ovulazione e di seguito vengono introdotti gli spermatozoi.
Generalmente questo si fa iniettando nel corpo femminile un medicinale adatto allo scopo, che nel giro di un giorno, un giorno e mezzo ottiene l’effetto desiderato e si procede poi con l’inserire gli spermatozoi.
Questi vengono precedentemente analizzati e scelti per essere quelli più adatti a causare l’inseminazione.
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