L’ipocromia della pelle diviene sempre più visibile appena il sole si fa forte. Mentre la pelle si abbronza le chiazze più chiare emergono come stonature. Per molti la vitiligine è sinonimo di disagio sociale. Fare il bagno non è più un piacere. Si indossa il cappello e si copre il viso con il fondotinta.
E’ molto diffusa in Africa e in India. Sono attese soluzioni di medicina auverdica dall’India, dove la patologia ha una percentuale di incidenza molto elevata. E’ una patologia autoimmune. Il pigmento non si deposita in maniera omogenea, la melatonina non si distribuisce bene e si formano delle macchie più chiare sulla pelle. Esiste una predisposizione genetica e familiare. Tuttavia si manifesta in seguito a traumi fisici psichici, come dermatite atopica, psoriasi. Gli ormoni non possono essere causa della malattia. La ghiandola surrenale che manda in circolo sostanze come adrenalina, cortisolo, epinetrina, in casi di stress eccessivo indeboliscano la resistenza della pelle. Condizioni dermatologiche come la psoriasi o l’acromia possono acutizzarsi. La vitiligine può restare ferma per anni, regredire spontaneamente o diffondersi e a un certo punto pelle e peli diventano bianchi. Per la sua visibilità il sole è il nemico principale.
Inizia a livello periorale, cioè intorno alla bocca, o anche agli occhi, manifestandosi in palpebre più chiare. Spesso colpisce anche a livello genitale. Può essere precoce o tardiva. Quando è giovanile si può associare ad altre condizioni dermatologiche come dermatite atopica o alopecia. Se colpisce il cuoio capelluto si parla di piebaldismo, quando compare un ciuffo di capelli bianchi con conseguente depigmentazione anche della pelle.
Molti utilizzano creme con filtro 50+, ma non si riesce a proteggersi al 100% dai raggi. Per camuffarla si può applicare una crema colorata che mascheri la macchia chiara. Si ottiene così l’effetto camouflage della pelle con ipocromie.
Si può intervenire con il laser per stimolare i melanociti a produrre melanina. Inoltre sono possibili trapianti autologhi di cellule. C’è chi per risolvere l’inestetismo ricorre al tatuaggio di pigmento nelle macchie. Altrimenti si possono usare cortisone topico, anti-infiamamtorio, che va a risolvere un danno a livello molecolare, da abbinare, secondo le indicazioni mediche, a creme che stimolano la pigmentazione, a base di tacrolimus, un principio attivo molto usato per le dermatiti atopiche, o acido para amino benzoico, o paba, anch’essa un maolecola con la capacità di stimolare la pigmentazione melanocitaria.
Gli integratori potenziano la protezione antiossidante naturale, contribuendo a creare un maggior scudo nei confronti dei raggi solari, soprattutto se contengono carotenoidi, luteina, niamicina, axantina, vitamine derivate dalla A e C ad azione anti-infimmatoria e vitamina E da usare nel periodo estivo. Un’alimentazione ricca di cibi antiossidanti frutta e verdura può dare il suo contributo benefico.
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