Curry: che cos’è, quali sono gli effetti benefici
Sono diversi gli impieghi del curry e moltissime le sue proprietà benefiche. E’ disinfettante, antinfiammatorio. Protegge l’intestino, il fegato e lo stomaco. E’ utile contro artrite e reumatismi. Nel post vedremo di cosa si tratta e quali sono gli effetti benefici.
Cos’è il curry
Il termine deriva dalla lingua tamil, cari o kari, che significa zuppa o salsa. Il masala è una mistura di spezie come viene chiamato dagli indiani. Si tratta infatti di un mix di spezie che si ottine dal pestaggio con mortaio di diversi ingredienti. Le percentuali differiscono in base alle Nazioni in cui si produce. Sono pepe nero, cumino, curcuma, cannella, zenzero, coriandolo, chiodi di garofano, fieno greco, noce moscata, pepe nero e peperoncino.
L’ingrediente principale del curry è la curcuma, una pianta appartenete alla famiglia botanica delle Zingiberaceae. La sua spezia si ricava dalla polverizzazione della radice e del rizoma della pianta. Si presenta con un gusto piuttosto particolare in cucina, tinge di giallo tessuti e vari materiali. Le proprietà antinfiammatorie della curcumina, nonché il potere anticancerogeno e antiossidante, sono stati ampiamente dimostrati.
Il masala è molto diffuso. Lo si trova in ogni regione dell’India, che ne è considerata la patria. Noto anche in Giappone, è una miscela fondamentale per diverse pietanze, mentre in Giamaica si cucina la capra.
Proprietà e benefici
Grazie alla curcumina che contiene, ha le proprietà di alleviare l’affaticamento del fegato. Protegge lo stomaco e l’intestino.- Riduce i fastidi collegati all’artrite e ai reumatismi. Il masala fa bene alla digestione e disinfetta. La sua stessa azione antinfiammatoria e antiossidante è efficace anche per ridurre il rischio di attacco cardiaco. Offre infatti un aiuto anche al cuore, agendo a livello venoso e stimolando il flusso ematico. La spezia regola il metabolismo facendo bruciare grassi.
Stimola anche la secrezione di acidi biliari. Coloro che soffrono di malattie ostruttive alle vie biliari come i calcoli renali non dovrebbero fare uso della spezia. Dovrebbe evitarla anche chi soffre di ulcere gastriche o gastriti, per via della presenza del pepe, così come il peperoncino potrebbe provocare irritazioni e infiammazioni a carico dell’apparato urinario. Se va bene in gravidanza, la spezia andrebbe evitata durante l’allattamento.
L’uso in cucina
Può essere impiegato in tanti modi. Dalle zuppe, alle verdure, alle carni, persino nei dolci. Risulta ottimo per la preparazione di biryani e risotti pulao, tipici della cucina ndiana, così come condimento del ripieno delle samosa o nelle verdure. Ci sono decine di curry differenti.
I più noti sono il garam, il tandoori e il pav bhaji, usato invece per le verdure. Il curry si usa anche per pietanze a base di carne o pesce e con i crostacei. Si usa anche nella cucina cinese, per accompagnare piatti a base di tofu. La cucina africana lo porta a tavola con il cous-cous.
Curiosità
La polvere del curry si può preparare o comprare già pronta. La spezia non conserva a lungo il proprio aroma. Una volta aperta la confezione bisogna richiuderla bene e riporla in un luogo privo di umidità e lontano da fonti di calore. Il curry esiste anche in pasta e ha tempi di conservazione più lunghi. Nella preparazione del curry non esiste una ricetta unica, ma vi sono infinite varianti. Il risultato può essere piccante o molto piccante.
Il kaeng khiao wan viene dalla Thailanda. E’ una polvere verde contenente varietà orientali di basilico. Molto diffusi sono anche il kaeng kari, kaeng phet, curry molto piccante in uso a Singapore e Malacca, arricchito con noce indiana e galangal, quest’ultimo appartenente alla famiglia dello zenzero, impiegato in particolare come un allucinogeno e come esaltatore di sapidità.
Prik khing curry di tradizione cino-thailandese, nam phrik kaeng massaman, il karē, e moltri altri che oltre o in sostituzione degli ingredienti del curry indiano possono contenere citronella, scalogno e altre spezie o essenze.