I disturbi del sonno sono più comuni di quanto si immagina. Si passa un terzo della propria esistenza a dormire. Capita a tutti di non riuscire a prendere sonno. Avviene a causa di caffè in eccesso o di patologie. Possono comportare la perdita del sonno.
Ci si gira e rigira nel letto. Si fissa il soffitto o si guarda la sveglia. Quasi il 45% della popolazione mondiale è interessato da disturbi del sonno. Tra i disturbi del sonno più frequenti c’è l’insonnia cronica. Ne soffrono ben 9 milioni di italiani. Se si conteggiano anche altre forme di insonnia transitorie o lievi il numero cresce.
Le apnee notturne sono un disturbo frequente che interessa la popolazione più adulta ma potenzialmente non risparmia nessuno. Esse sono connesse a problemi di tipo cardiovascolare. La sindrome delle gambe senza riposo (RLS) colpisce chi non riesce a dormire e a tenere le gambe ferme. Si avvertono crampi, fitte, formicolii. Si percepisce la necessità di muovere gli arti inferiori per trovare sollievo.
In casi meno frequenti, la sindrome riguarda anche l’addome e gli arti superiori. IL disturbo ha un ritmo circadiano. Si avverte nelle ore serali e si attenua nel corso della notte. Spesso viene scambiato per insonnia.
Le alterazioni dell’igiene del sonno può comportare l’insonnia. Ci sono infatti regole comportamentali importanti per un corretto riposo. E’ bene andare a dormire e svegliarsi in orari regolari. Si deve utilizzare il letto per riposare. Mai assopirsi sul divano. Vanno evitati alcolici e caffè la sera.
C’è un tipo di insonnia transitoria collegata a fasi di stress: perdita, lutto, ansia. Poi c’è un livello grave legato a comportamenti non corretti. Sono le azioni sconsigliate appena menzionate che innescano un circolo vizioso dannoso. L’insonnia in queste circostanze può passare da transitoria ad una fase cronica.
Alla base dell’insonnia possono esserci anche i disturbi d’ansia e la depressione. L’insonnia collegata alla depressione non si manifesta a volte con problemi di addormentamento ma risvegli precoci e frammentazione del sonno. Per curarla si ricorre a farmaci. Tuttavia essi vanno usati con moderazione per evitare effetti indesiderati.
Spetta al medico di famiglia comprendere la natura dell’insonnia. In caso di cattiva igiene del sonno, basta usare tecniche cognitivo-comportamentale. Le CBT prevedono il rafforzamento degli elementi positivi e la possibilità di bloccare aspettative e meccanismi sbagliati rispetto al sonno. Sono terapie non farmacologiche. Per forme più importanti è il caso di rivolgersi ai Centri specializzati di Medicina del Sonno”. Anche i bambini possono soffrire di insonnia ed, escluse cause esterne (coliche, nuovi dentini), spesso questo disturbo è legato ad una cattiva igiene del sonno dei piccoli.
E’ benigno e transitorio, spesso di origine familiare, connesso ad una componente genetica. E’ il sonnambulismo, non collegato all’insonnia. Rappresenta una specie di stato di dissociazione. Una parte del cervello del sonnambulo continua a presentare uno stato simile a quello del sonno mentre un’altra è in parte sveglia e attivata. Il sonnambulo può assumere comportamenti non soggetti ad alcun controllo non ricordando quanto accaduto.
La deprivazione di sonno cronica porta ad effetti sul cervello quali disturbo dell’attenzione, sonnolenza, calo dell’umore. Nelle fasi acute comporta disinibizione e mancata percezione del rischio, ma anche allucinazioni ipnagogiche, disturbi della memoria. Aumenta la pressione, si rischia di aumentare il peso e il diabete. Coloro che dormono poco tendono a mangiare di più.
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