Problemi di udito serio ostacolo ad una vita normale. Tutto è meno agevole ad iniziare dalla cura personale. Si rischia, infatti, di rimanere acusticamente isolati dal testo del mondo. Ma anche si moltiplica il rischio di ammalarsi di demenza. La salute dell’udito è una questione centrale. Lo si ricorda soprattutto in occasione della Giornata mondiale dell’udito.
Il tema affrontato è Ascolta il futuro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sensibilizza così la prevenzione della sordità. L’OMS per contrastare i problemi di udito sponsorizza la salute dell’orecchio.
Per essere belli e in salute bisogna anche scongiurare i problemi connessi alla perdita di udito. Se non si ricorre, infatti, alle opportune cure si può incrementare del 28% il rischio di avere difficoltà nelle attività di tutti i giorni. Se non si usano le protesi acustiche si accresce del 21% la probabilità di demenza e del 43% quella della depressione. Studi scientifici, infatti, hanno confermato il legame tra ipoacusia, depressione e deficit cognitivi. Nel nostro Paese su 7 milioni di persone con un calo uditivo, ben 5 milioni non utilizzano un apparecchio acustico.
Chi presenta un difetto di udito e non si cura ha da 2 a 5 volte un rischio più alto di sviluppare deficit cognitivi. Sentire bene, invece, mantiene giovane il cervello. Il deficit uditivo può ridurre, infatti, anche del 30%, l’efficienza di altre abilità cognitive. Si incrementa il rischio di una precoce compromissione di funzioni base. Si danneggiano la memoria, l’attenzione e le capacità strategico-esecutive.
Il calo dell’udito è associato ad un incremento di oltre 3 volte della probabilità di sviluppare una forma di demenza. Prevenire il decadimento cognitivo con la cura dell’udito è una necessità.
Otto milioni di ipoacusici vivono in Europa ma non tutti fanno ricorso alle protesi acustiche. In Italia la sensibilità alle protesi è inferiore rispetto alle altre Nazioni. La prima protesizzazione negli adulti avviene a 75 anni. La media europea, invece, è di 60,5.
Ad incidere sulla perdita dell’udito ci sono diversi fattori. Tra questi l’utilizzo non corretto di strumenti tecnologici. State of Hearing in un rapporto ha riscontrato come il 77% degli italiani dichiara di ascoltare i propri dispositivi mobili oltre il livello degli avvisi di volume.
Sono soprattutto i giovani ad esporsi a livelli pericolosi di rumore. Si rischia addirittura una perdita uditiva permanente. Il 95% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni afferma di ignorare gli avvisi di volume dei dispositivi mobili. Il 28% degli intervistati è convinto che la perdita uditiva rientra nel processo naturale di invecchiamento. Una volta perduto l’udito non torna mai più. Per evitare le difficoltà è bene conoscere le cause del problema. E quindi prendere misure preventive. Prendersi cura del proprio udito non è un optional ma una priorità.
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